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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
Ma il colonnello Bandini| di nulla preoccupato| godeva in Melfi vita spensierata in mezzo a balli e tripudi| ospite della ricca famiglia Araneo| di quella famiglia padrona delle masserie Catapano e Carlo-Francesco| ove successe l'eccidio. Ed egli continuava in ordini erronei| in comandi di perlustrazione di pochi militi| i quali andavano a morte certa. Cocciuto e dispettoso| a nulla valevano gli avvisi delle autorità civili| a nulla quelli dei suoi dipendenti| anzi diventava più ostinato ed anche più leggiero| perché alla sera annunziava i movimenti che la truppa avrebbe fatto il domani. E succedeva spesso| che pria dell'uscita della truppa| i briganti ne venivano già informati dai manutengoli. E difatti| dai primi di gennaio 1863| alla fine di dicembre di detto anno| ben 72 furono gli attacchi| gl'incendi| le depredazioni| gli assassini| gli omicidi commessi dalle bande riunite sopra dette| e risultano descritti e costituenti tanti capi di accusa in ordine cronologico per tempo e luogo nella sentenza del tribunale di Potenza del 19 giugno 1865| di sopra citata. Questa sentenza| che condanna 5 capi-banda| parla quasi sempre della presenza del Crocco in ogni conflitto| in quasi tutti i delitti| ma per Crocco non era ancora venuta la sua ora.
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