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Il brigante Crocco e la sua autobiografia

Basilide Del Zio
Tipografia G. Grieco| 1903| pagine 113

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   accogliere con noi un soldato ferito ad un braccio. E| come se nulla fosse successo| il battaglione ripigliò il cammino| giungendo ad Atella| verso le 5 pom.| ed io fui ospitato in casa del mio compagno signor De Martinis. Il tenente colonnello| cui il De Martinis manifestava i suoi ringraziamenti per la salvezza della vita e del denaro| non accettò l'invito che questi gli faceva| perché aveva avuto altro alloggio da quel municipio. Si disse però grato e ringraziò| ed io conservo ancora| come di certo conserveranno i miei concittadini| memoria lusinghiera di quel simpatico militare. Non così del suo predecessore tenente colonnello Sauli dei bersaglieri. Costui era un genovese burbero| manesco| irruente| di modi niente garbati| ed era ritenuto per un mezzo matto. In Melfi si ricordano ancora delle brutte scene successe fra cittadini e questo Sauli| e quando| all'indomani del mio arrivo col novello comandante| si apprese l'allontanamento del Sauli| fu una gioia generale| ed egli partì senza neppur un saluto di qualsiasi autorità| o di un qualsiasi cittadino. E| mentre il suo predecessore| maggiore Alessandro De Levis| fu accompagnato alla sua partenza da tutte le autorità civili e militari| e da una fitta popolazione| che lo acclamava per il suo coraggio| per la sua squisita educazione e pei servizi resi| il Sauli| invece| partì insalutato| e direi quasi odiato| nulla avendo fatto di bene per ridonare la tranquillità a queste contrade| e per meritare la deferenza e l'affetto dei cittadini.
   Dopo questa breve digressione| ritorno al mio argomento.
   Sul versante da Melfi a Potenza| il punto più pericoloso era il sito detto Ponte di Cerasale| giacché i briganti| scorgendo dalle alture che si avanzava qualche drappello di armati| profittando del numero| piombavano loro addosso| e li uccidevano a scarica di fucile od a colpi di baionetta. Le truppe aumentavano di giorno in giorno| ma quasi sempre senza profitto| giacché il numero dei briganti| in ispecie quando due o tre bande si univano| era sempre imponente. Sicché| per le campagne squallide e deserte| o si incontravano bande brigantesche| o drappelli armati con lancieri| ungheresi| usseri; e la caccia era all'uomo| con inaudita voluttà di ferocia o di dovere da ambo le parti. E quanto più feroci erano i briganti| tanto più violentemente reagiva la truppa| la quale puniva senza pietà alcuna| in ispecie| i manutengoli.
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