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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
accogliere con noi un soldato ferito ad un braccio. E| come se nulla fosse successo| il battaglione ripigliò il cammino| giungendo ad Atella| verso le 5 pom.| ed io fui ospitato in casa del mio compagno signor De Martinis. Il tenente colonnello| cui il De Martinis manifestava i suoi ringraziamenti per la salvezza della vita e del denaro| non accettò l'invito che questi gli faceva| perché aveva avuto altro alloggio da quel municipio. Si disse però grato e ringraziò| ed io conservo ancora| come di certo conserveranno i miei concittadini| memoria lusinghiera di quel simpatico militare. Non così del suo predecessore tenente colonnello Sauli dei bersaglieri. Costui era un genovese burbero| manesco| irruente| di modi niente garbati| ed era ritenuto per un mezzo matto. In Melfi si ricordano ancora delle brutte scene successe fra cittadini e questo Sauli| e quando| all'indomani del mio arrivo col novello comandante| si apprese l'allontanamento del Sauli| fu una gioia generale| ed egli partì senza neppur un saluto di qualsiasi autorità| o di un qualsiasi cittadino. E| mentre il suo predecessore| maggiore Alessandro De Levis| fu accompagnato alla sua partenza da tutte le autorità civili e militari| e da una fitta popolazione| che lo acclamava per il suo coraggio| per la sua squisita educazione e pei servizi resi| il Sauli| invece| partì insalutato| e direi quasi odiato| nulla avendo fatto di bene per ridonare la tranquillità a queste contrade| e per meritare la deferenza e l'affetto dei cittadini.
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