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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
E ricordo| con ogni precisione e dettaglio| un fatto| cui sventuratamente mi trovai presente. Io| reduce da Napoli| fui obbligato a fermarmi a Potenza| aspettando qualche distaccamento| che si fosse recato a Melfi| giacché| viaggiando solo o con pochi in carrozza| si era certi di essere catturati o uccisi. Dopo 5 o 6 giorni di dimora in quella città| seppi da un mio amico impiegato sulla prefettura| che un tenente colonnello| con un battaglione del 62° fanteria| dava il cambio al battaglione dei bersaglieri distaccato in Melfi| comandato dal tenente colonnello Sauli. Con me c'era anche un ricco signore di Atella| a nome Angelo De Martinis. Entrambi fummo presentati a questo comandante| che era un bel vecchiotto| a nome Steffaneo De Carneo| e raccomandati alla sua protezione. Prendemmo a nolo una carrozza| ed al mattino| 30 settembre| uscimmo da Potenza| seguendo il battaglione| alla cui testa era lo Steffaneo De Carneo| con altri ufficiali a cavallo. La prima tappa fu Avigliano| ove pernottammo. All'indomani| non so per quali motivi| si uscì un po' tardi| prendendo la salita del Carmine. Era una giornata caldissima| e| quantunque ci trovavamo sulle alture degli Appennini| pure si soffriva molto. Pria di cominciare la discesa di Lagopesole| si avvicinò alla carrozza il tenente colonnello| che aveva lasciato il suo cavallo. Noi| vedendolo tutto sudato ed arrossito| lo pregammo di salire in carrozza| essendo noi due soli in essa. Il De Carneo accettò a sede' a destra del De Martinis| ed io a lui di fronte. Precedeva il battaglione di un mezzo chilometro una compagnia| ed avevamo già percorsi circa 4 chilometri in discesa| quando si odono diversi squilli di tromba| ed il battaglione si arresta.
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