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Il brigante Crocco e la sua autobiografia

Basilide Del Zio
Tipografia G. Grieco| 1903| pagine 113

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Questi aveva ricevuto ordine di dividere la sua compagnia in tre drappelli| dei quali uno destinato a recarsi alla masseria Montemartino. Questo drappello era composto di 22 bersaglieri| comandati dal tenente Paolo Pizzi di Bergamo| e| non appena giunto alla masseria sopra detta| vide 5 briganti| che abbeveravano i loro cavalli ad un fonte vicino. Furono assaliti da una grandinata di palle; ma quei pochi erano l'avanguardia di una forte masnada| che si avvicinava. Crocco e Caruso| con tutti i briganti| corsero all'assalto| ed il drappello dei bersaglieri appena ebbe tempo di ricoverarsi nella casa colonica. I briganti appiccarono il fuoco ai fienili soprastanti| cercando| col fuoco e col fumo| distruggere la truppa rinchiusa. Il tenente Pizzi| vedendosi a così mal partito| diede ordine ai suoi di slanciarsi fuori e combattere i briganti ad oltranza. In un attimo| i bersaglieri si disposero in quadrato| e sostennero una lotta terribile| ineguale di uno contro 10. Dei poveri bersaglieri ne caddero 15; al giovane ufficiale toccarono spietate sevizie. Preso e spogliato della tunica| ognuno di quei masnadieri gli vibrava un colpo di pugnale. «Ah! Vile canaglia (gridava| dimenandosi il povero tenente) uccidetemi presto| non mi fa paura la morte. Ma la voce dell'umanità ed il cuore in quelle belve| che non lasciarono di trafiggere la preda| e seviziarla orrentemente| se non quando lo videro mandare l'ultimo sospiro»10.
   E| mentre questi fatti succedevano nel Melfese e sue campagne| verso Avigliano ne succedevano altri| non meno feroci. In quei dintorni| e nel bosco di Lagopesole| anche di proprietà del Principe Doria| si aggirava una iena| una belva feroce| cioè Ninco-Nanco. Costui capitanava una delle bande formate dal Crocco| ed era numerosa di oltre 100 briganti| tutti a cavallo. Il Ninco-Nanco guardava tutti i movimenti delle truppe| che da Potenza venivano nel Melfese| ed il Crocco quelli delle truppe| che dalla Capitanata o dallo Avellinese| erano dirette a Melfi. E spesso succedeva che un distaccamento anche numeroso| pria di giungere al destino| ed obbligato a marciare a tappe assegnate| era assalito dai briganti| i quali ne venivano informati prima dai manutengoli| sicché succedeva un attacco ove meno le truppe se lo aspettavano.
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