Come ho detto più sopra| dunque| la massa dei briganti si divise in 43 bande| e così spesso succedevano diversi attacchi in località diverse e con capi diversi. 11 partito borbonico non lasciava d'incoraggiare con le armi e con ogni mezzo| e si spinse tanto| che il governo fu obbligato a reclamare presso Napoleone III circa il soggiorno e la presenza di Francesco II in Roma. E Napoleone diede incarico al marchese La Vallette| ambasciatore di Francia| acciò si fosse presentato all'ex re. per manifestargli le sue legnanze. Francesco II riceve'| il 10 dicembre| il marchese| il quale gli tenne questo discorso:
«L'imperatore mi ha incaricato di far osservare a Vostra Maestà che è impossibile il suo soggiorno in Roma; l'Imperatore che nutre per Vostra Maestà sincerissima affezione e vivissima simpatia crede che sarà più favorevole agl'interessi di Vostra Maestà l'abbandonare una capitale| dove la presenza sola di Vostra Maestà è bastante a incoraggiare la guerra ed i disordini nei vostri antichi domini. L'Imperatore ve lo consiglia| o Sire| per il vostro proprio interesse; un cangiamento di dimora non può ledere i dritti di Vostra Maestà».
L'ex re ascoltò con calma e rispose:
«Ringrazio con riconoscenza l'Imperatore del suo consiglio| e non dubito che esso non sia l'effetto del suo interesse per la persona mia; ma non mi trovo in condizioni da poterlo eseguire. Io sono un principe italiano illegalmente spogliato del potere| e per tal ragione appunto non mi tengo obbligato di lasciare la sola terra italiana che mi ha accolto. Ma io ho dei doveri da adempiere| e li adempirò fino alla fine.
Benché io non sia affezionato al trono| di cui non ho assaporato che le sole amarezze| non abbandonerò il posto affidatomi dalla Divina Provvidenza. Io non ho incoraggiato l'insurrezione a Napoli| perché non è venuto ancora il tempo opportuno a ciò| ma io non rinnego| né rinnegherò mai coloro che combattono in mio nome| e quando il tempo sarà venuto| mi metterò alla loro testa per riconquistare il mio scettro e per combattere i nemici della mia patria. Non deve esistere dubbio né equivoco su questo mio giusto desiderio»4.
È chiara ed evidente| dunque| dopo le esplicite dichiarazioni
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