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I duelli mortali del Secolo XIX

Iacopo Gelli
Casa Editrice Libraria L. Battistelli, 1899, pagine 299

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   E parte anche il tenente De Pertzell, che in tutta questa triste faccenda, è quello che per nobiltà d' animo fa la miglior figura, anche per la correttezza delle deposizioni nelle quali parla, fra altro, lealmente, sul contegno tranquillo dei padrini avversarli. Il tenente parte, ma non fugge, benché anche nel codice militare il duello sia delitto, ed egli sia sotto processo. Egli si reca a Como, al confine, per lanciare al Dembowsky una sfida. In una fiera lettera, gli rimprovera ancora d'aver violati i patti del duello; gli propone un duello a morte colla pistola, e lo chiama « vile e infame » se si sottrae al dovere. Il Dembowsky gli fa rispondere dalla Svizzera, da certo Dubois, eh' egli non sarebbe mai ritornato nel suolo austriaco per non cadere nelle fauci^iella giustizia, e che neppur egli, De Pertzell, in fine, non aveva varcato il confine.... considerando che, se lo avesse varcato, sarebbe stato dichiarato disertore.
   Il duello tra Dembowsky e De Pertzell non si foce, né la polizia austriaca, per quanto facesse, riesci ad arrestare gli imputati borghesi, contro i quali era stato incoato un processo di alto tradimento, o di qualche cosa di simile, perchè, in una perquisizione in casa Dembowsky, fu trovata una lettera da Genova piena di allusioni e firmata con A. R. (Agostino'Ruf fini). Dembowsky, il Rosta e il Belgiojoso si resero a Parigi, e il Majnoni a Londra, da dove tornò por combattere, com' ho detto, da eroe, sulle barricate e a Novara contro gli austriaci.
   Ma intanto il consigliere criminale Scheeburg, sollecitato, spingeva alacremente l'istruttoria del processo, che dilagava e non solo colpiva il duellante e i suoi padrini ; ma per opera di Paride Zajotti, novello Torquemada, induceva all'arresto di estranei al duello, tra i quali primeggiavano i nomi venerati di Giambattista Carta, di Pietro Giordani, di Antonio Pa-padopoli veneziano e di Cesare Cantò.