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quella principessa Cristina di Belgiojoso, il cui fascino la rese simpaticamente celebre; mentre il Majnoni, conosciuto nella società milanese pel suo buon umore, si distinse più tardi pel valore col quale combattè sulle barricate e nelle campagne del '48 e del '49 col grado di capitano, dopo aver passato parecchi anni in esilio. Come si vede, gente di fegato sano !
Il conte Grisoni, accompagnato dai quattro ufficiali e dal medico militare della caserma di S. Vittore, barone Bakonyi si recò a Gorla in carrozza di piazza.
Gli avversari si erano dati appuntamento sul limitare di un bosco, che allora fiancheggiava un campo vicino a Gorla.
Spogliati, messi di fronte ed armati, i due avversari si scagliarono furibondi uno sull'altro e, dopo breve schermire, furono separati e sospeso il combattimento. Nel breve riposo concesso non furono constatate ferite sopra nessuno dei duellanti.
Rimessi in guardia, la lotta si presentò più accanita di prima; il Grisoni, tirando fendenti all'uso ungherese, il Dembowsky, parando e rispondendo di punta secondo la scuola italiana. E come il Grisoni non variava gli attacchi, il Dembowsky, da provetto schermitore, in uno sbasso colpiva di punta al petto 1' avversario, che esclamava : « son morto ! » e piombava a terra cadavere.
11 tenenti no De Pertzeli, il più accanito tra gli avversari del Dembowsky, gli grida :
— Voi avete mancato ai patti, perchè i colpi di punta erano stati esclusi. Ebbene, vi batterete con me !
— Ah, no! non ora, replica Dembowsky, perchè.... guar -date ! e in cosi dire gli mostra la testa sanguinante per una larga ferita.
Nel combattimento furioso anche uno dei padrini, il Maj -noni, era rimasto ferito per un movimento disordinato, latto dal Dembowsky.
Il duello tra il tenente De Pertzeli e Dembowsky, per concorde decisione dei padrini venne rimandato ad altro giorno.