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I duelli mortali del Secolo XIX

Iacopo Gelli
Casa Editrice Libraria L. Battistelli, 1899, pagine 299

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Il signor Castera, il negoziante che era stato indegnamente oltraggiato il giorno prima dal conte Larilliére, non s'intendeva affatto di ducili; ma aveva un carattere risoluto e coraggioso.
   Non si lasciò intimidire dagli sguardi minacciosi dell'avversario e, con la massima calma, occupò il suo posto di combattim en to.
   La sorte aveva designato Castera a sparare per primo; ma, ingannato dalla leggerezza dello scatto, fece partire il colpo prima di aver mirato.
   Castera voltò il fianco e con tutta freddezza attese il colpo avversario. II conte sparò e il negoziante fu leggermente ferito all'orecchio sinistro.
   — Non òjniente, Castera esclamò, e rivoltosi ai padrini : vi prego di ricaricare le armi. Castera mirò l'avversario, ma la palla gli sfiorò leggermente gli abiti e come Castera rimase di fronte, Larilliére fece fuoco, asportando 1' orecchio destro del disgraziato galantuomo.
   — Non è niente, esclamò sogghignando il conte ; e rivolto ai padrini :
   — Per piacere : ricaricate le armi, perchè questa volta farò centro. La sorte ora aveva preferito il conte, che, presa dalle mani dei testimoni la pistola, puntò, fece fuoco e freddò l'avversario colpendolo in fronte. Larilliére si allontanò co'suoi amici, zufolando un'aria delle più allegre, lieto di aver ucciso l'undicesimo avversario.
   Le bravate di questo miserabile conte avevano portato il lutto e lo sgomento nella società bordolese. La sua fama triste lo aveva reso celebre nel dipartimento delle Bocche del Rodano ; ma non tutti erano disposti a subirne la prepotenza c a perdonargli le infamie cavalleresche da lui compiute.
   Tra i generosi la storia registra un giovane ufficiale di guarnigione al castello di Biave, che, sentendosi l'animo e il braccio capaci di liberare la società dall' incubo del signor conte, ottenuto un permesso, se ne venne a Bordeaux. Appena giunto, recossi al caffè del Gran teatro al quale, per abitudine, ogni sera si re.'nva il conte Larilliére. Erano circa le undici. Il terrore di Bordeaux centellinava tutto solo