Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      STRA FE-EXPEDITÌ ONstrada di Falzarego. Dietro la balconata e nel corpo stesso di questa appendice rocciosa della Tofana, numerose grotte davan ricetto ai difensori, offrivano appostamenti sicuri e invisibili ai tiratori scelti, alle mitragliatrici, alle artiglierie leggere. Era una posizione imprendibile.
      Eppure bisognava levarla di mezzo. La strada di Val Costeana — notava Guelfo Civinini — sarebbe stata sicura fino al Passo di Falzarego, dove cominciavano a batterla i cannoni e le mitragliatrici del Sasso di Stria, se sul fianco non fosse rimasto il tormento di quel dannato Castelletto che la tempestava di proiettili come voleva. D'altronde, noi avevamo già le nostre trincee avanzate a Falzarego, e sul Bois, e di lì sotto dovevano pur passare i rifornimenti a quelle nostre posizioni. Dovevano passare, e passavano. Passavano di notte, uomini e quadrupedi coi piedi fasciati di paglia per non far rumore, che lassù le sentinelle vegliavano e tendevano l'orecchio, e ad ogni minimo fruscio grandinavano scariche di mitragliatrici. Ma le precauzioni non bastavano. Di momento in momento, le mitragliatrici, anche che non si sentisse alcun rumore, tiravano lo stesso. Sapevano, lassù, che c'era sempre la probabilità di buttar giù qualcuno. Quando poi c'era la luna, erano settimane di passione. Ogni notte la strada s'insanguinava. Pure bisognava andare, e si andava. Storia di eroismi e di sacrifici ignorati, che si ripeteva ogni notte, ma che non poteva continuare. L'espugnazione del Castelletto si imponeva. Per cinque volte era stato attaccato, l'ultima nell'ottobre, dopo essere stato battuto per tutta una giornata dalle nostre artiglierie d'ogni calibro. Anche quest'ultimo attacco era andato a vuoto.
      Allora fu deciso di far saltare la vetta del Castelletto con una mina gigantesca. Era allora il novembre 1915. Otto mesi più tardi, la notte dell'undici luglio, il Castelletto saltava, seppellendo nel cratere ruinoso della sua cima e travolgendo giù fra le cascate di macigni tutto il presidio austriaco. Dalle opposte montagne di Val Costeana, fra le roccie dell'Àverau, assisteva allo spettacolo uno spettatore augusto : il RePresa appena la decisione, erano cominciati gli studi
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      I. Reggio - La grande guerra d'Italia - Voi. XIX.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 19. "Strafe-expedition"
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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