Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'IT Alt A
      zate dai grossi calibri che si assiepano pił indietio, i battaglioni austriaci hanno lasciati circa duemila morti, 'a maggior parte insepolti...
      « Dal Zugna Torta a Foppiano iģ nemico ha costruiti numerosi trinceramenti, li ha coperti di molte linee di reticolati, li difende strenuamente con varii battaglioni di Landsturm che si avvicendano nella permanenza sulla linea avanzata, a stretto contatto con la nostra, di quattro in quattro giorni. Tra Foppiano, piccolo agglomerato di case abbattute, di bianchi sassi staccati dalla calce delle pareti con il sussulto degli scoppi dei 305 e dei 420, ed il forte del Pozzacchio, passa l alveo del Leno senza ombre di vicini boschi, senza laterali sentieri. Si combatte da una parte e dall'altra sotto 1 osservazione pił efficace.
      « Pił ad ovest le nostre linee, mosse dal Coni incontro alla falda dello sperone della Zugna, denominata Fortini, progrediscono lungo la sinistra dell'Adige, si spingono verso Grottole, stringono il cerchio sul Torta.
      « I dorsi violacei del Pozzacchio non molto alto, ma rabbioso, cambiano a quando a quando di struttura : i pił grossi proiettili della nostra artiglieria li addentano alla sommitą, sollevando alte fiamme, compatti volumi di materie accecanti, sfar fallii invisibili e fischianti di scheggie taglienti come le affilate lame di una pialla elettrica. Il forte č investito da tre parti. Le fanterie italiane lo dominano dallo Spil, ne tengono impegnata la guarnigione in continui scontri che si svolgono fra le rocce a colpi di granate a mano. Alpini e fucilieri gareggiano nella paziente opera di sgretolamento, giungono ai cavalli di jrisia qua e lą abbandonati senz'ordine, li rovesciano, a-prono larghi spiazzi per l'irruzione di pił gremiti nuclei.
      « Dal pallone del Pasubio siamo discesi verso il Cosma-gnon, verso il Testo, sopra quello strano pianoro a milleottocento metri di altitudine che si dilata come una piazza d'armi calcarea, tutta bianca, tutta aperta, folgorante col sole, opaca, deserta, monotona sotto il cielo chiuso. Il Col Santo si innesta pił a nord-ovest col cupo volto dei promontorii privi d'ogni eleganza, con salti di
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 19. "Strafe-expedition"
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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