Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAla vittoria così ardentemente attesa in queste trepide settimane di rifacimento e di preparazione che hanno tenuto dietro all'angoscia dell'irruzione, l'ora della vittoria suona sull'Altipiano d'Asiago. L'annunzia un bollettino straordinario del Comando Supremo, il primo che sia pubblicato in questa guerra, e la straordinarietà stessa dell'annuncio dice tutta l'importanza dell'avvenimento.
      « Gli austriaci non hanno atteso che la nostra manovra controffensiva si sviluppasse. Si presentiva ormai che qualche cosa di grande, di risolutivo si preparava contro le masse austriache avanzatesi a cuneo oltre la nostra frontiera sull'Altipiano d'Asiago, tanto da scorgere lontano, giù dalle cime boscose e dalle roccie aspre dei monti, l'azzurreggiante immensità della piana vicentina. In questi ultimi due giorni centinaia e centinaia di nuovi cannoni portati in batteria in luoghi quasi inaccessibili, per strade improvvisate da migliaia di lavoratori, s'erano smascherati d'un tratto contro le posizioni austriache d'ala. I bollettini facevano intender l'eco di que sto furore d'artiglieria. E due grandi movimenti s'erano già delineati : l'uno alla sinistra nostra, da Vallarla e dal Pasubio, l'altro sul margine dell'Altipiano d'Asiago che scende in Valsugana. S'erano già avuti i segni di questo duplice attacco nell'avanzata irradiate dal Pasubio e procedente in Vallarsa nella nota direzione di Rovereto e nell'ardita conquista da parte degli alpini di Monte Magari, di Malga Fossetta e di Cima d'Isidoro, sul ciglio settentrionale dell'Altipiano di Asiago.
      « Movimenti concentrici, movimenti avvolgenti erano questi, e si delineavano sì vigorosi e sì pericolosi, con tanta copia d'artiglieria e tanto impeto di fanterie che il nemico ha deciso di sottrarvisi con una pronta fuga. Il suo cuneo offensivo, smussato alla punta dall'eroica resistenza delle nostre truppe, era così premuto ai fianchi e attanagliato alla base che v'era il pericolo per il nemico di trovarsi strozzate le vie di comunicazione, le vie dei rifornimenti, le vie dello scampo.
      « Tentar di prolungare la resistenza avrebbe potuto significare per gli austriaci la perdita quasi sicura d'uomini e di materiali, il disastro forse. E sotto la grave minac-


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 19. "Strafe-expedition"
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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