Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      STRA FE-EXPEDl TIONLagavina. Attaccata incessantemente, con accanimento straordinario, dal nemico sostenuto da potenti artiglierie, non solo mantiene le sue posizioni, ma contrattacca energicamente ed infligge enormi perdite all'avversario.
      « Non abbiamo ceduto di un passo, nè cederemo finche vi sarà un uomo », telegrafa un comandante di brigata.
      « Ufficiali e soldati della I Armata! emulate questi prodi, raddoppiate il loro valore, difendete voi pure collo stesso accanimento le vostre posizioni e ben presto avrete la gioia di aver vinto questa grande lotta, acquistando il diritto a tutta la riconoscenza della Patria e del Re ».
      L'ordine del giorno era firmato : Pecori-Giraldi.
      « I nostri più grandi generali — notava Videa Nazionale — sono soldati di razza. Cadorna, il padre di Cadorna, il nonno di Cadorna. Così Guglielmo Pecori-Giraldi, nonno del nostro generale, nel 1812 seguì Napoleone, tornò amputato dei piedi che gli si congelarono alla Beresina. Francesco, il padre, nel 1849 era capitano nel battaglione dei volontari toscani studenti, combattè contro gli austriaci a Montanara, fu ferito nella battaglia, fatto prigioniero e trasportato a Mantova. Il nostro generale ha dunque respirato fin dalla nascita, come Cadorna, esempi di valor militare ed ideali di puro patriottismo.
      « È toscano, del cuore della Toscana : ha sessanta anni. Nacque a Borgo San Lorenzo nel 1856. La madre, Maria Genta, era ferrarese. Conte e patrizio fiorentino, ha impressa in ogni suo atto la distinzione del nobile di sangue unita alla semplicità del gentiluomo campagnolo. Sinceramente credente, non porta all'occhiello la sua fede come una decorazione, ma la pratica con puro cuore; e perchè è un uomo forte non gli fanno paura i sorrisi degli « spiriti forti ».
      « Gli esempì di famiglia lo invitarono naturalmente alla vita militare. Si distìnse fra i primissimi a Modena, all'Accademia di Torino, donde uscì sottotenente di ar-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 19. "Strafe-expedition"
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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