Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIApo aver respinto un attacco, sgombrarono una posizione avanzata all'ala destra della nostra linea sull'Astico.
      « Nel settore di Asiago l'avversario assalì ieri le nostre posizioni ad oriente della Val d'Assa. Il combattimento, protrattosi per tutto il giorno con alterna vicenda, a sera durava tuttora.
      « In Valle Sugana la notte sul 24 il nemico attaccò più volte il monte Civaron, respinto sempre con gravi perdite. Una nostra colonna di fanteria e di alpini con brillante azione di sorpresa scacciò l'avversario dalle pendici delle nostre posizioni sulla riva sinistra del torrente Maso ».
      Il combattimento vicino alla Val d'Assa, così laconicamente accennato in questo bollettino, diede luogo ad un meraviglioso episodio d'eroismo. Rino Alessi narra che nel nembo di quella fierissima lotta sparve una ma gnifica figura di soldato, un maggiore, che seppe toccare con austera serenità il supremo fastigio del sacrificio.
      Egli comandava un gruppo di piccoli cannoni ringhiosi, che nelle prime ore del mattino avevano potuto piazzarsi tra il Mosciag e l'Interrotto, davanti a Roccolo, là dove le valli dell'Assa e di Galmarara s'incrociano con una profonda, umida e frondosa fenditura a tre branchie. Gli austriaci, che nella notte erano balzati sul Verena e sul Campolongo con numerosissimi battaglioni, tendevano a straripare sulla conca; si erano accorti di avere davanti quasi il vuoto : la vittoria li ubbriacava.
      Con le prime incerte luci muovevano in formazioni serrate, superavano il Maeta ed il Cucco, s'infiltravano da Casara Portule, occupando gradatamente le insenature della prossima valletta; più a sud, dall'Erio irrompevano in direzione di Roana, dovè però il passaggio comodo della strada maestra non esisteva più. Non a-vevano ancora subite gravi perdite : la nostra resistenza, sopraffatta da una settimana di bombardamento, si era sfaldata, polverizzata anche nei punti meno tangibili. I battaglioni nemici conservavano la massima efficienza, il morale più alto; si avventavano perciò all'attacco con la certezza di travolgere le nostre retroguardie,
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 19. "Strafe-expedition"
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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