Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAimporre la pace sovratutto; l'arciduca ereditario d'Austria vuole entrare in Italia per punirci sovratutto, anche per imporre la pace certo. Ma nel comando nemico il desiderio superbo di calcare col piede rabbioso le pianure di Vicenza e le arene dell'Adige azzurro, ha dello spasmodico e del feroce : è una passione soldatesca, è la sostanza stessa dell'azione.
      « Ne abbiamo prove, documenti, certezze quotidiane. Basta salire in prima linea dove le artiglierie nemiche scaraventano torrenti di fuoco, dove arrivano le urla furiose delle fanterie austriache. Fanterie valorose, ma fanatizzate prima dell'assalto. Esse sanno che vengono alla crociata contro il traditore. Ad esse è stato detto tutto ciò che può trasformare un soldato in un bruto. La fierezza e la limpida coscienza dei nostri sulla gravità del momento è forse uno dei principali elementi morali della nostra resistenza : anche se arretrano, anche quando cadono. Se oggi si può dire che l'ora decisiva per l'esito della lotta non è vicinissima, bisogna aggiungere che la battaglia assume ogni giorno maggiore sviluppo. Il piano dello Stato maggiore nemico sempre più si delinea, si concreta nelle fasi della lotta... ».
      L'offensiva austriaca, secondo Arnaldo Fraccaroli, procedeva a zone.
      Il primo impeto fu su tutta la nostra linea dall'Adige al Brenta, come per saggiarne la resistenza : e anche per immobilizzarci alla difesa in ogni singolo posto perchè non convergessimo forze nel punto più minacciato-. La mattina del 15 maggio si avventarono con uguale esasperazione contro le nostre linee in Val Lagarina, in Val-larsa, in Val Terragnolo, contro gli altipiani di Tonezza p di Arsiero, contro l'altipiano di Asiago, contro lo sbarramento italiano in Val Sugana.
      Inizio rabbioso. Vulcani d'artiglieria dappertutto. Dieci, dodici ore di bombardamento colossale. Poi, contro le prime nostre trincee sconvolte, attacchi di fanteria spinte innanzi a masse, senza risparmio, senza preoccupazione per il macello a cui veniva mandata. L'artiglieria nemica, forte di centinaia e centinaia di bocche
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 19. "Strafe-expedition"
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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