Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      STRAFE-EXPEDITIÓNgli ufficiali austriaci spingevano le prime file incerte con le rivoltelle in pugno, ed i nemici si cacciarono a testa bassa nella lotta. Un tenente colonnello di Stato maggiore che guidava gli alpini nella posizione più insidiata del passo della Vena sotto lo Spitz Tonezza, li lanciò all'attacco quattro volte nel breve giro di poche ore. La marea nemica fu così spezzata in varie fasi, mentre altre colonne austriache si annidavano ai fianchi della posizione per tentare manovre di aggiramento.
      Gli alpini perciò erano costretti ad accorrere da una sgroppatura ad una vetta, da una gobba pianeggiante a un masso di roccie, arrestando continuamente i movimenti dei nuovi nuclei di nemici, compiendo un lavoro infaticabile di navetta, col quale riuscivano ad esaurire l'energia del nemico.
      In questi attacchi gli alpini dovevano sempre lottare con forze soverchianti, con assoluto svantaggio. Sui margini dell'altipiano di Tonezza, presso un avvallamento, un battaglione di alpini si trovò improvvisamente di fronte a tre reggimenti di a kaiserjager » che traevano un atteggiamento baldanzoso dalla sicurezza della loro superiorità. Il battaglione era destinato al sacrificio. Per il primo quarto d'ora riuscì a reggere i primi assalti. Il ripiegamento si sarebbe imposto dopo questo urto iniziale. Improvvisamente, con quel tale lavoro di spola incessante che avrebbe fiaccato qualsiasi truppa, giunsero un po' logori, ma sempre impetuosi, due battaglioni di altri alpini che dalle posizioni vicine avevano scorto il-pericolo dei loro fratelli. Con gli alpini si riescono a livellare perfino gli squilibri così notevoli : tre battaglioni contro tre reggimenti!
      I « kaiserjager » furono trattenuti e dovettero anche lasciare in mano agli alpini parecchi prigionieri!
      « Gli austriaci — scriveva Roberto Cantalupo in quei primi giorni dell'offensiva — premono coi cannoni e con l'odio. Nella loro operazione offensiva il desiderio non celato della vendetta, assume valore quasi identico a quel piano strategico che vogliono attuare. Guglielmo II yuple vedere i suoi bavaresi sui forti di Verdun per
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 19. "Strafe-expedition"
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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