Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAretrocedono ancora, poi si disperdono o si danno prigionieri.
      Le ombre della sera calano mentre le nostre fanterie si rinforzano su quasi tutti i punti lasciati durante il bombardamento delle giornate precedenti.
      11 centro della battaglia è fra Valle Terragnolo e l'alto Astico. Quivi le nostre posizioni formavano un saliente che da Monte Maggio, a Costa d'Agra, a Soglio d'Aspio, riusciva a premere sul fianco sud del Lavarone e sul fronte est del fortificatissimo altipiano di Folgaria.
      11 18, come avvertiva il bollettino del Comando Supremo, questa linea veniva sgombrata dopo un bombardamento al quale partecipavano più di trenta batterie da 305, vari 380, e qualche 420, nonché la coorte non trascurabile dei piccoli e medi calibri. In nessuna battaglia precedente degli Imperi centrali erano state appostate, organizzate e rivolte su di un ristrettissimo tratto di fronte, qual'è quello che forma la conca di Arsie-ro, un numero così imponente di bocche da fuoco.
      Resistere contro una procella che spianava non pure le ridotte, ma i pinnacoli, la dentatura delle vette del Soglio d'Aspio, di Monte Maggio, di Campomolon, sarebbe stato pazzesco ed inutile.
      I reparti avanzati delle nostre fanterie compirono il breve arretramento col massimo ordine.
      « Ho assistito — soggiungeva l'Alessi — a questa manovra semplice eppure tanto delicata e importante, mentre i primi tiri allungati del nemico cadevano su Arsiero, vittima anch'essa, come Asiago, segnata nel libro delle vendette degli offensori, e le" nostre batterie leggere, ferme al loro posto, proteggere il movimento. Il nemico ha tanto compreso che possediamo le nostre forze, i nostri effettivi, tutte le nostre energie morali e materiali che, da quarantotto ore, in questa zona contro la quale ha piazzato la massima quantità di pezzi e sparato un numero fantastico di colpi, proprio in questa zona non attacca con le fanterie. Forse è ancora sotto l'impressione del vasto, incommensurabile cimitero scavato nella roccia dai suoi grossi proiettili e per i suoi soldati, dal
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 19. "Strafe-expedition"
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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