Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIALa comunicazione ufficiale diceva :
      « Nel considerare gli avvenimenti, di cui sobriamente ma esattamente danno notizia i nostri bollettini di guerra, è indispensabile tener conto di vari elementi di carattere generale, i quali soli possono dare al pubblico una sicura norma di giudizio.
      « Cominciamo intanto con lo stabilire che da circa tre mesi il nemico veniva preordinando l'offensiva nel Trentino, sia col creare solide linee di difesa, donde prendere le mosse o dove assicurare i tratti di fronte destinati alia difensiva, sia col raddoppiare la potenza delle linee ferroviarie, adducenti in quella regione, col crearvi grandi magazzini, con l'aprirvi nuove strade. Le truppe austro-ungariche vennero in parte ritirate dai Balcani e dalla fronte russa, in parte formate con nuove leve slraordinarie. Fu preparato specialmente un grande spiegamento di artiglieria dei 'maggiori calibri, con i quali battere copiosamente, secondo la tattica ormai tipica di tutte le offensive, le nostre posizioni avanzate. Gli Imperi centrali dispongono, come è noto, di potenti mezzi per la produzione di cannoni anche e sopra tutto di grosso calibro, e di munizioni. Con la stessa abbondanza con la quale i tedeschi misero in posizione la grande artiglieria davanti a Verdun, gli austriaci prepararono intensi concentramenti di fuoco contro le nostre primissime linee a sud di Rovereto e nell'Alto Astico.
      « Ogni vasta organizzazione difensiva comprende sempre più linee, talune delle quali hanno carattere di difesa avanzata, destinate per ciò ad essere sgombrate in caso di attacco deciso dell'avversario. Tali posizioni nella normale sistemazione riescono assai opportune, sia per tenere più lontane le artiglierie nemiche, sia per offrire ostacoli che spezzino il primo impeto delle masse avversarie, obbligandole a perder tempo e a logorarsi. Raggiunti tali importanti scopi, le posizioni avanzate debbono essere abbandonate per non esporre ad inutili perdite le truppe che le presidiano, e per lasciare che il nemico venga ad urtare contro linee principali, fuori del tiro efficace delle proprie artiglierie. Nel caso nostro si deve inoltre tener conto del fatto che talune posizioni da
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 19. "Strafe-expedition"
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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