Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAdi sicura attuazione. Provvede già il nostro esercito ad infliggere le più fiere delusioni al Comando austriaco, il quale non ha tardato ad accorgersi che l'osso italiano è molto ma molto duro.... ».
      Mentre l'autorevole giornale romano precisava in questi termini le sue supposizioni, altre indagini s'incrociavano da ogni parte intorno al possibile intento dell'offensiva austriaca.
      Un corrispondente di guerra, il Ratti, affacciava tre i-potesi : azione dimostrativa sull'Isonzo ed effettiva in Trentino; o azione dimostrativa in Trentino ed effettiva sull'Isonzo; azione effettiva sulle due ali.
      « Quest'ultima — affermava il Ratti — è la meno probabile. Per quanto il nostro nemico sia ancor formidabile, è diffìcile pensare che sia in condizioni da tentare un'azione di grande stile con ambe le ali del suo esercito, il che lo porterebbe a impegnarsi anche al centro, cioè su tutto il fronte. E qualora lo facesse non saremmo davvero noi a lamentarcene.
      « L'azione dimostrativa in Trentino ed effettiva sul l'Isonzo presenta invece in apparenza qualche maggiore possibilità; e, se si dovesse giudicare dal furore col quale il nemico ha tentato l'attacco di Monfalcone, sembrerebbe senz'altro da prescegliersi. Ma il nemico sa troppo bene che qualunque via da quella parte gli è preclusa, e per quanto agisca con foga, non può ambire ad altro resultato che quello di esercitare una pressione.
      « Rimane perciò la terza ipotesi : azione dimostrativa sull'Isonzo ed effettiva in Trentino, con programma massimo per gli austriaci di puntare dagli altipiani di Fol-gcsria e di Lavarone per aprirsi tra la vai d'Astico e la vai Brenta uno sbocco nella pianura vicentina ».
      Ma anche questa supposizione non gli sembrava probabile, date le condizioni dell'esercito austriaco, che non gli sembravano adeguate ad una guerra dì montagna di quell'importanza. E allora?
      « Allora — concludeva il Ratti — delle tre ipotesi non resta che la quarta : cioè che il nemico voglia tentare non l'attuazione di quel piano, nè di alcun altro di una
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 19. "Strafe-expedition"
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 159

   

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