Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAcifica di cui rappresentavano un reliquato multisecolare, ma ancora per le necessità nuove.
      « Dall'aver saputo lungamente dominare gli altri — affermava Giuseppe Bor ghetti — abbiamo ripetuto là romana virtù civica di saper dominare noi stessi. E pertanto l'aspetto della nostra folla, l'espressione delle collettività sulle piazze della capitale, non variano dal volto dei singoli nelle vie solitarie dei nostri paeselli. È dovunque lo stesso equilibrio, sereno, che segue senza contrazioni e senza sforzi, in atto normale, il consueto corso della vita, il suo naturale svolgimento, così da non alterarne nemmeno in minima parte le caratteristiche tradizionali. »
      Il popolo italiano seppe dare quella grande prova di forza che sta nel superare ogni impazienza. E imparò ad attendere perchè imparò a credere fermamente nel suo esercito, nei capi e nei soldati.
      « Voi dovete sentire, o fratelli italiani — esclamava Enrico Corradini — che il vostro animo non può essere quello di una volta, non quale era prima della guerra; dovete sentire che ora il vostro animo deve avere qualcosa di quello dei veri credenti, quando i loro pensieri sono più rivolti a Dio. Dovete sentire che questi sono altri giorni. Dovete sentire che oggi dobbiamo chiamare il passato cronaca profana, mentre invece questo presente dobbiamo chiamarlo sacro. Dovete sentire che un'altra umanità deve essere la nostra, o fratelli italiani, oggi su questa Italia che è fatta tutta quanta un'ara e un tempio fra la sua terra e il suo cielo, i suoi mari e le sue montagne bagnate di sangue. Perchè deve essere così? Perchè questa religione deve essere dentro di noi? Perchè avviene per la guerra il fatto semplice e maravi-glióso, umano e sacro, ideale e reale : i combattenti che dànno alla patria il loro sangue, insieme con questo le trasmettono l'atto di quella suprema virtù che raggiunsero, ed essa, la patria, lo riceve e si sostanzia come per una nuova incarnazione di quella virtù e di quella perfezione morale, e si fa maggiore e migliore per il suo avvenire e per la nuova storia che i fati e il mondo aspettano da lei. »
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 18. Il popolo guerriero
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 156

   

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