Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL POPOI O GUERRIEROto si tacque confuso, in poche semplificate paiole, in quelle parole d'origine in cui tutti i cuori s'intendono. Parlano le sorgenti per noi : un'aura di arcane promesse pervade, d'intorno, la vita : ogni ora che sorge sconfina in un suo sacro di là. Noi siamo più nel futuro che nello stesso presente : non paghi degli istituti che ci reg-gevan fin qui, noi oggi ne formammo di nuovi : accanto ai poteri che vegliano sulle varie economie della patria, un altro noi ne creammo : dicastero che non ha portafogli; perchè il sogno non si sigilla : interprete di ciò che or non siamo ma che saremo domani, delegato dell'Italia che aspetta, ministro del perenne ideale!
      « E intanto, di qua dalla guerra, fra tanto armarsi di cose, si stende una umana milizia, tutta una vigilia di a-nime, ciascuna delle quali domanda di offrire un obolo suo, domanda un suo umile compito nel vasto dovere comune. Erano, nel rigido inverno, le buone sorelle d'Italia, che dal palagio al casolare vegliavano in umili o-pere, volgendo le tele e le lane a provvide difese dal gelo; erano e son le gentili che in mille finezze d'amore provvedono, di lontano, ai fratelli, e ai cuori tornati fanciulli inviano la parola d'augurio o la notizia aspettata, il dono dei giorni solenni, il ninnolo, il libro, il ricordo; erano e sono — oh, fra tutte più benedette e più alte — quelle che dagli agi domestici e dalla festa degli anni, fanciulle e donne passarono nelle dolorose corsie, osarono affacciarsi alla vista delle carni lacerate e contuse, seppero, senza tremare, fasciar le piaghe paurose, votandosi per mesi e per mesi alla diuturna pietà, lasciando smesse le opere delle loro arti gentili, serenamente escludendosi dai dolci aromi del maggio, portando le o-re della veglia dalla giornata alla notte, quasi per rinunciare ai sofferenti la loro parte di sole.
      « Così noi ci trovammo nel cuore, destatevi al tocco della necessità subitanea, più di una di quelle virtù che noi tanto invidiammo negli altri : nè questo io dico a scopo di lusinghiere blandizie, ma perchè è pur bene che un popolo sappia dove sia riposto il meglio dell'indole sua per trarne partito ove occorra; perchè se altra volta peccammo di soverchia fiducia, si emendi ora la
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 18. Il popolo guerriero
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 156

   

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