Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAe caro come l'essenza della loro vita personale, come un elemento essenziale dell'esistenza di ciascuno? »
      Degnamente fu commemorato a Venezia, con la solennità che il momento storico suggeriva, il 68° anniversario della sua gloriosa insurrezione contro l'austriaco. Il comandante in capo della piazza marittima inviò al Sindaco una lettera con cui gli comunicava il fraterno affettuoso saluto delle forze di terra e di mare e l'espressione della parte vivissima che esse prendevano alla o-dierna celebrazione.
      « Fiero dei fasti del passato — proseguiva lo scritto — il leone di San Marco afferma oggi solennemente la sua salda ed inalterabile fede nei radiosi destini della Patria, ridestando una eco millenaria sull'altra sponda del mare nostro, e coloro a cui è affidato l'ambitissimo compito di affermare colle armi i diritti d'Italia, si uniscono di tutto cuore ai cittadini nel!'onorare il grande che di quei diritti fu il maggiore assertore durante l'epopea veneta del 1848-1849. »
      Una grande dimostrazione di popolo, guidata dalle autorità cittadine, portò corone alla tomba di Daniele Manin; e alla Fenice ebbe luogo una solenne commemorazione, che diede luogo a grandi manifestazioni patriottiche.
      « Il Veneto — scriveva il prof. Francesco Carne-lutti —- è fra le regioni d'Italia l'unica regione ferita; e guarda il suo moncherino con orgoglio! Così dappertutto : a Vicenza come a Venezia, ad Udine come a Treviso. A Vicenza, in conspetto della chiostra di monti che si vedono la sera rosseggiare per il fuoco dei cannoni, la gente continua a trattare i suoi negozi, in curia o sul mercato, calma e grave, con la coscienza di compiere un dovere, pari a quello di chi impugna il fucile. Senza curiosità, senza nervi, con un perfetto equilibrio. A Venezia, così. Quando vengono i velivoli austriaci, vengono a farci la nostra parte di onore. Si interrompe il ritmo della vita consueta fin che tirano; poi si riprende, esattamente, cinque minuti dopo, senza neanche commentare l'episodio.
      « È, la vecchia ferita riaperta, il sangue sano ohe
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 18. Il popolo guerriero
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 156

   

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