Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL POPOLO GUERRIEROeia combattevano fra i sani. Fra gli altri un caporale con una gamba spezzata, dissanguato, pallido e silenzioso, sparava lentamente. Chi non poteva maneggiare più il fucile, raccoglieva le cartucce dei morti e le porgeva ai tiratori.
      Sulla cima dellla montagna, nella mattina limpidissima e fresca, il glorioso e truce episodio volgeva alla sua fine. Il numero dei difensori validi diminuiva. Verso l'è sei non v'erano più che una dozzina di uomini illesi. Poi il 110 è arrivato a colpire giusto. Una granata ha preso in pieno la trincea, e le sue schegge hanno ferito tutti. Tutti, meno il Battisti. Il capitano di cui si è fatto parola, ferito leggermente alla testa, aveva il volto i-nondato di sangue. Il fuoco della difesa era quasi cessato.
      Nessuno si era accorto che gli austriaci, nascosti fra i pini nani, si erano avanzati lungo il ciglione, a sinistra, coperto di boscaglie. Si sono sentite le voci. Dei feriti rimasti avanti alla trincea parlavano con qualcuno : Non sparate più — dicevano — siamo tutti feriti!
      11 capitano ha sollevato sul parapetto il suo viso insanguinato ed ha visto i berretti austriaci nella verdura, a pochi passi.
      — Battisti! — ha esclamato. — Vieni, seguimi, o siamo presi !
      E si è slanciato verso il bordo del pianoro, a levante, dalla parte opposta a quella da cui veniva il nemico. Giunto sul ciglio del precipizio si è stretto il mantello sul petto e si è gettato giù, ad occhi chiusi, sicuro di morire. Nel volo, il mantello gli ha avvolto la faccia fra le sue pieghe. È, stato salvato dai reticolati austriaci, costruiti alla base delle pareti di roccia.
      Mezzo tramortito, ferito, stracciato, con le carni dilaniate, incapace ancora a muoversi, ha udito un ruzzolare di sassi e il rumore di un corpo che rotolava giù. Senza volgersi ha gridato :
      — Sei tu, Battisti? Bravo, hai fatto bene.
      — No, sono io, signor capitano!
      Era la sua ordinanza fedele, che, ferita ad una gamba, lo aveva seguito nel baratro.
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      I. Reggio — Storia della grande guerra d'Italia — Voi. XVIII 4


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 18. Il popolo guerriero
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 156

   

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