Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      IL POPOLO GUERRIEROglio, fecero pratiche ed ottennero che fosse fatto partire subito per il fronte.
      Faceva parte dell' I 1a compagnia e si distinse offrendosi sempre per le ricognizioni più pericolose, dando e-sempio ai suoi compagni. Un giorno, essendosi spinto arditamente alla testa di alcuni soldati in una ricognizione avanzata per scoprire il nemico, venne colpito da una palla che gli attraversò il collo ed il polmone. Lasciato per morto presso il reticolato austriaco, dopo dieci ore potè, strisciando, avvicinarsi alle trincee italiane, fatto segno a replicate scariche degli austriaci.
      Infine, esausto, venne trovato dai soldati che il suo capitano aveva mandati a cercarlo, dicendo loro che voleva glielo riportassero vivo o morto. Trasportato in un ospedale territoriale, venne curato dai medici nel modo più amoroso, e messo fuori di pericolo. Il suo capitano lo propose per la medaglia al valore...
      Un altro caso tipico. A Genova fu accompagnato in Questura un piccolo soldato di artiglieria. Si chiamava Carlo Massenza, di Belluno, ed aveva dieci anni! E-gli camminava ritto, impettito, con un'aria marziale che stupiva. Al funzionario di servizio raccontò, con una spigliatezza sorprendente, la sua storia.
      Nato e vissuto a Belluno, il piccolo Massenza, pochi mesi pryna dello scoppio della guerra, si trovò solo al mondo. Il babbo era stato ricoverato in un manicomio di una città lontana. La mamma, dopo la disgrazia del marito, lasciò la casa. Da allora egli cominciò a frequentar la caserma del reggimento d'artiglieria di stanza a Belluno. In breve divenne il beniamino dei soldati, che lo tennero in quartiere, vestendolo della loro uniforme.
      Scoppiata la guerra, il piccolo volle seguire il reggimento, e mostrò tanto ardire che i soldati, che gli e-rano grandemente affezionati, lo condussero al fronte. L'artigliere decenne rese al reggimento non lievi servizi, esponendo qualche volta la propria vita con una noncuranza prodigiosa. Fu appunto per tale pericolosa audacia che il colonnello comandante il reggimento lo
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 18. Il popolo guerriero
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 156

   

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