Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      I CONDOTTIERI POLITICIre Chi dalla Costituzione ne ha la competenza, in grado di sostituirlo al più presto. Questo solo vanto nessuno potrà negarci e dalla vostra giustizia aspettiamo: di aver dato alla Patria con assoluta dedizione, con perfetta dirittura di coscienza tutto quello che potevamo di energie mentali e morali e, sopra tutto, di inestinguibile amore.»
      Il discorso diede luogo, in vari punti, ad imponenti acclamazioni all'esercito, ma fu accolto alla chiusa con significante freddezza da buona parte dell'assemblea.
      Vi furono poi alcuni brevi discorsi; fu notato che tra gli oratori non figuravano le maggiori figure parlamentari. E si venne al voto.
      L'appello nominale diede i risultati seguenti : favorevoli al Ministero 153 voti, contrari 197. E il Ministero si dimise.
      La sconfitta del Ministero Salandra suscitò un'eco profonda nel paese. Si trattava d'una crisi in tempo di guerra, crisi che avrebbe potuto dar luogo a pericolose interpretazioni all'estero; si trattava di un Ministero che in certo modo impersonava la guerra, perchè l'aveva preparata, voluta, dichiarata, condotta; si trattava di uomini che avevano potuto commettere errori, ma in nessun modo avevano demeritato del paese; di uomini d'indiscussa rettitudine, d'ingegno superiore, di fulgido patriottismo.
      « Il Ministero Salandra — scriveva il Giornale d'Italia — è stato messo in minoranza per qualche decina di voti. Qualunque giudizio si voglia dare su di esso, qualunque possa essere stata la ragione di questa crisi, niuno potrà negare che il Ministero Salandra conobbe e affrontò in tre anni le più aspre difficoltà del potere e superò energicamente le maggiori tempeste — che erano in gran parte triste retaggio del modo come era stata sgovernata l'Italia per un lungo periodo — finché in una ora decisiva per l'avvenire del Paese seppe assumere con alta coscienza e con forte animo la grande responsabilità della guerra. Anche i più fieri avversari dell'on. Salandra dovranno ammettere questo suo elevato e diritto senso del governo di un gran Paese come l'Italia,
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 17. I condottieri politici
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 140

   

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