Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAMontenegro — pur troppo quasi inevitabile — dopo di quella del Belgio, crescono singolarmente gli aspri doveri della Quadruplice, se la vittoria deve immancabilmente significare l'adempimento di tutti i doveri, anche ideali e morali, che, insieme con la difesa di primari interessi politici ed economici, hanno giustificato questa guerra.
      « L'epilogo triste di oggi fu irreparabilmente deciso assai tempo fa, quando — di fronte alla deprezzata minaccia austro-tedesca in Oriente — venne meno, come apertamente riconobbe il ministro di uno stato alleato, un comune e veggente programma balcanico. E 1' alta competenza di un altro ministro ebbe già a riconoscere che l'Italia, nella mancata chiaroveggenza degli avvenimenti che si avanzavano, non fu certo la più responsabile. Grande illusione è dunque il supporre che, sconfitta la Serbia, si potesse con aiuti tardi e sproporzionati scongiurare il fato del Montenegro; grandissima quella che si potesse salvare il Lovcen senza la totale salvezza de1! vicino Reame. I soccorsi all'ultima ora non gli mancarono; ma nessuna guarentigia di efficacia risolutiva poteva assisterli. E se la transitoria sopraffazione dell'eroico Paese costituisce indùbbiamente una passività dolorosa nel bilancio comune, la sopravalutazione dell'importanza del monte Lovcen, dovuta a correnti straniere e a fallaci impressioni nostre, non può resistere al cimento della realtà.
      « Dieci anni or sono, in ora non sospetta, io affermavo che la necessità di obliare che la signoria dell'Adriatico dipendeva dal possesso di Trieste, dell'Istria, della costa dalmata e delle isole, ci aveva portato ad i-dentificarla addirittura con le sorti di Vaiona e del Lovcen. Le impressioni d'oggi sono un effetto della esagerazione di allora. Cattaro era e resta un porto naturale di primo ordine, capace di riparare saldamente la flotta austriaca, malgrado le possibili minacce del Lovcen. Dal culmine del Lovcen si vedono le caserme di Cattaro; ma in sedici mesi di guerra le artiglierie piazzate sul monte — sia pure di medio calibro, perchè quelle di grosso calibro, per l'assoluta mancanza di strade, non poterono_ 64 —


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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 17. I condottieri politici
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 140

   

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