Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      I CONDOTTIERI POLITICIIl 19 ottobre il governo italiano faceva pubblicare questo « comunicato » :
      « Avendo la Bulgaria iniziato le ostilità contro la Serbia, alleandosi con i nemici dell'Italia e combattendone gli Alleati, il Governo italiano, d'ordine di Sua Maestà il Re, ha dichiarato esistere stato di guerra fra l'Italia e la Bulgaria. »
      Questa volta l'Italia non aveva ragioni particolari; la sua dichiarazione di guerra era un atto di solidarietà con gli alleati.
      « Nessun dubbio — osservava l'on. Torre — poteva esservi sulla solidarietà della Quadruplice Intesa nelle cose d'Oriente, coinè nessun dubbio vi può essere, in genere, sulla solidarietà delle quattro Potenze di fronte a tutte le questioni europee che la guerra ha poste e dovrà risolvere. Chi immagina che ciascuna Potenza dell'Intesa possa fare una guerra per suoi fini soltanto particolari, separati dai fini generali e comuni, immagina una cosa assurda. La vittoria non si può raggiungere se non operando insieme, sussidiandosi a vicenda e coordinando tutte le forze di ciascuna Potenza all'obiettivo finale. Non vi è in Oriente una politica italiana diversa dalla politica delle altre Potenze dell'Intesa; e non vi è in tutta la questione europea. È questo un punto fondamentale su cui non può ammettersi dissenso. »
      Anche il Giornale d'Italia salutò la nuova guerra come una riaffermazione ufficiale e pratica della solidarietà dell'intiera Quadruplice, a confusione di coloro che anticipavano speculazioni su fantastici e inesistenti dissensi in seno all'Intesa ed a significativo monito per la restante Balcania neutrale e tentennante.
      Il giornale diceva poi che l'Italia, al pari delle sue alleate, aveva tentato tutti gli sforzi possibili per impedire alla Bulgaria di gettarsi in un'avventura non solo e-siziale per i suoi interessi, ma disonorevole per il suo buon nome.
      « Ma ogni buona volontà dell'Intesa — continuava il giornale — si infranse contro la premeditata follia. Non vi è dubbio che la vittoria finale resterà alle armi
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 17. I condottieri politici
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 140

   

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