Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
 
  
  
  
  
 
     
LA FIAMMATAnizzatore degli operai
 
     
che poi doveva dare nobilmente la sua vita alla frontiera.
 
     
« lo debbo dare — egli dice — agli amici tutti della comune causa un consiglioun suggerimento. Bisogna evitare fatti tragici che potrebbero impressionare l'autorità e darle il pretesto di attuare le severe disposizioni della circolare Salandra che si concretano nello stato d assedio. Di ciò sarebbero felici i nostri nemici
 
     
i traditori della patriaperchè verrebbe tolta a noi la possibilità di continuare nelle nostre manifestazioni; verrebbe imbavagliata la libertà di piazza che ci siamo conquistata. Bisogna dunque evitare le provocazioni
 
     
i contatti coi « soldati del Consolato d'Austria »
 
     
che sono gli stessi che hanno ucciso il povero Gadda. Noi piangiamo questa giovane esistenza spezzatama dobbiamo invitarvi a non andare oggi ai funerali
 
     
appunto per evitare i contatti coi neutralisti; verrà giorno che anche noi andremo in mesto pellegrinaggio a portare fiori alla vittima della -violenza e della viltà dei nostri avversari. 11 nostro compito oggi è di mantenere e assicurare l'ordine; continuiamo ad occupare la piazzaanzi non allontaniamoci da questa
 
     
anche contro l'eventualità di* un Gabinetto Marcora
 
     
che sarebbe un Gabinetto giolittiano verniciato dalla camicia rossa. 11 nostro monito sia questo : O guerra all'Austria e alla Germania
 
     
o rivoluzione... »
 
     
Anche l'on. De Ambri
 
     
il deputato sindacalista di Parma
 
     
porta la sua parola alla folla.
 
     
« Cittadini Milanesi! — egli esclama — ho acconsentito a parlare in questa imponente radunata di popolo per ripetere a voi la promessa che ho già fatto ai lavoratori di Parma.
 
     
« Dal giorno che essi mi trassero dall'esilio per riprendere il mio posto di battaglia nel campo della organizzazioneavevo garantito più che agli elettori a me stesso
 
     
di tenermi ben lontano da quella fucina di tutte le corruzioni che è il Parlamento italiano; ma og-didi fronte alla nuova situazione
 
     
sento il dovere di recedere dal mio proposito. Andrò dunque in Parlamento — non per svolgere una qualsiasi attività parlamen-
 
     
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