Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
 
  
  
  
  
 
     
LA FIAMMATAguerra non utile
 
     
anzi pericolosa. Il paese sano che lavorache è pronto a tutti i sacrifici quando l'onore suo veramente lo richieda
 
     
si è manifestato con chiari segni contrario ad una politica di avventure. Il paese non era con i guerrafondai. Questo hanno sentito gli uomini che avevano in quest'ora la grave responsabilità del potere. Essi — piuttosto che venir meno ad un supremo dovere — hanno fatto nobile sacrificio della loro persona a-vanti alla patria. »
 
     
« In nome di chi gli on. Salandra e Sonnino avrebbero condotto il paese alla guerra sicura? Non della Camera dei Deputati
 
     
non del Senato
 
     
non degli uomini politici che non sono al Governo — compresi tutti gli ex-Ministri di tutti i Ministeri che si sono succeduti in Italia da 20 anni a questa parte. Due o tre o quattro giornali potevano imporre la loro volontà al Parlamento e alla Nazione? Noi avremmo voluto che in quest'ora tragica gli on. Salandra e Sonnino si fossero convinti che questi non sono i tempi da Cavour
 
     
cioè i tempi dei successi immortalima piuttosto i tempi da Alfonso Lamarmora
 
     
cioè tempi da sacrifici eroici e umilima non meno profittevoli alla patria. Avremmo voluto che gli on. Salandra e Sonnino — prima del 20 — avessero rinunciato al loro sogno che in questo momento può essere sogno pericoloso per l'avvenire del paese
 
     
per appagarsi di una pagina di storia più modesta e che sull'altare della patria avessero fatto il sacrificio dolorosoma utile
 
     
dei loro più intimi idealidella loro più luminosa aspirazione. A noi pareva che non fosse mai tardi per far ciò
 
     
tanto più che nessun atto decisivo a-veva pregiudicato la situazione. 11 Ministero era sempre arbitro della pace e della guerra. Sarebbe stata questa la soluzione ideale; ma poiché questa non fu l'idea degli on. Salandra e Sonnino
 
     
noi reputiamo checon le date dimissioni
 
     
il Ministero abbia reso un vero servizio al paesepoiché mentre era loro diritto — e lo avevamo riconosciuto ampiamente — di fare appello alla Camera
 
     
sarebbe stato sommamente doloroso di iniziare nelle condizioni attuali una discussione di politica esteradella quale non si potevano prevedere le conseguenze.
 
     
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