Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
 
  
  
  
  
 
     
LA GRANDE GUERRA D'ITALIA *
 
     
d'Italia
 
     
potrebbero adagiarsi nel comodo torpore della comune vita italiana. Non lo fanno. I barattieri di Montecitorio
 
     
usi a comprare e vendere l'Italia all'ingrosso e al minutopossono credere e dire nelle loro congreghe
 
     
che la solidarietà nazionale è una opinione discutibile.
 
     
« Ma chi ha temprato l'animo e formata la coscienza nella lotta contro lo straniero; chi ha conosciuto i Tedeschi non attraverso i milioni di Biilow
 
     
ma attraverso le prepotenze e le sopraffazioni che essiper innato o-dio di razza
 
     
impiegano contro tutto ciò che è italiano; chi è abituato non a tradire la Patria
 
     
ma a servirla tenacemente e fedelmentenon può contentarsi di una piccola rivendicazione della propria provincia
 
     
lasciando altri fratelli e altri commilitoni della impari battaglia. sotto la stessa oppressione stranieranelle mani dell'eterno nemico.
 
     
«I Trentini oggi stendono la mano a noi Italiani dell'Adriatico con infinita angoscia : rifiutano per noi ciò che da mezzo secolo avevano invocato e speratoconsacrando le loro aspirazioni e la loro fede col sangue dei loro martiri
 
     
dei loro soldati del Risorgimento. Pochi forse potranno capire la nobiltà del loro rifiuto. Si comprende facilmente il sacrifizio delle ambizionidel danaro
 
     
del sangue. Ma il sacrifizio della indipendenza e della liberazione lo può capirenella sua grandezza
 
     
solo chi ha fatto della liberazione e dell'indipendenza la suprema meta della vita e di ogni attimo della vita.
 
     
« Noi lo comprendiamoe gettiamo la parola dei Trentini in faccia ai traditori che l'Italia indipendente e grande vogliono vendere ignobilmente al primo straniero che paga.
 
     
« Ma la stessa affermazione di solidarietà verso gli altri irredenti avrebbe da solo un valore puramente sentimentale. Noi rileviamo aualche cosa di più grande e di più importante : l'appello alla dignità nazionale.
 
     
« Dignità nazionaleper la quale i Trentini rifiutano la loro liberazione che senza guerra sarebbe congiunta al disonore dell'Italia; perchè nessuna provincia
 
     
anche la più preziosavale l'onore di una Nazione; per-
 
     
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