Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
 
  
  
  
  
 
     
LA GRANDE GUERRA D'ITALIAmagri domestici del signor Biilow non si rassegneranno. Finché non sieno murati nelle lor basse cucine e cantine
 
     
essi cercheranno di intossicare la vita italianadi contaminare fra noi ogni cosa bella e potente.
 
     
« Per ciò
 
     
ripetoogni buon cittadino è soldato contro il nemico interno
 
     
senza treguasenza quartiere. Se anche il sangue corra
 
     
sarà sangue benedettocome quello versato nella trincea.
 
     
« Sarà il Parlamento d'Italia riaperto il 20 di maggio? Il 20 di maggio è l'anniversario della portentosa marcia garibaldina sul Parco.
 
     
« Celebriamolo precludendo l'ingresso agli sguatteri di Villa Malta e ricacciandoli verso il lor dolciastro padrone.
 
     
« Nel Parlamento italiano gli uomini liberisenza laide mescolanze
 
     
proclameranno la libertà e l'integrazione della Patria. »
 
     
La parola del poeta suscita entusiastiche dimostrazioniche si ripetono quando l'avv. Romualdi declama alcune poesie di Gabriele d'Annunzio
 
     
al quale rivolge un salutoche chiude con questa calda perorazione :
 
     
« Poetatu hai trovato in Italia una cosa nuova : hai trovato una giovinezza che ha ritrovato sè stessa
 
     
una giovinezza che si risolleva in un fervore di sacrificioin un proposito di devozione
 
     
verso questa terra che adoraperchè
 
     
o Poetanoi l'abbiamo rivista in o-gni sua parte nella sua infinita bellezza.
 
     
« E chiunque abbia risentito 1' eco delle campane della Gancia
 
     
a Palermochiunque abbia visto dall'al-tura di S. Martino a Napoli l'infinito golfo
 
     
e risentito l'urlo di Masaniello; chiunque sia salito sul campanile di S. Marco
 
     
che fu torre elevata contro l'invasione degli ungheri; chiunque dalle guglie del duomo di Milano abbia visto biancheggiare l'alpe e risentito l'eco delle Cinque Giornate; chiunque abbia visto dal viale di Michelangelo Firenze
 
     
e rivisto tornare l'ombra di Ferruccio
 
     
o poetacolui si è abbandonato ad un sogno di a-more e di morte per la sua terra!
 
     
« O poeta; noi abbiamo levato il nostro grido selvaggio e tu non ti sei ritratto. Poetache tal grido giun-
 
     
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