Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
 
  
  
  
  
 
     
LA GRANDE GUERRA D'ITALIA *
 
     
tilezzadi generoso riconoscimento; non me che ritorno voi salutate
 
     
io lo soma lo spirito che mi conduce
 
     
ma l'amore che mi possiedema l'idea che io servo.
 
     
« Il vostro grido mi sorpassava più oltre
 
     
va più alto. Io vi porto il messaggio di Quarto che non è se non un messaggio romano alla Roma di Villa Spada e del Vascello.
 
     
« Dalle mura aureliane stasera la luce non s'è partitanon si parte : il chiarore si indugia a San Pancrazio.
 
     
« Ora e sessantasei anni — contraponiamo stasera alla viltà l'eroismo — ora è sessantasei anni in questa sera il Duce di uomini riconduceva da Palestrina a Roma la sua Legione già predestinata ai miracoli di giugno; ora è cinquantacinque anni — contrapponiamo stasera la gloria all'onta — in questa sera stessaanzi in quest'ora stessa
 
     
i Millein marcia da Marsala a Salemi
 
     
sostarono e presso i loro fasci d'arme mangiarono il loro pane e in silenzio s'addormentarono. Essi avevano nel loro cuore le stelle e la parola del Duce che oggi è a noi pur viva e imperiosa : « Se saremo tutti unitisarà facile il nostro assunto. Dunque all'armi! »
 
     
« Eia il proclama di Marsala che diceva ancora con rude minaccia : « Chi non si arma è un vile o un traditore. »
 
     
« Non stamperebbe dell'uno e dell'altro marchioEgli
 
     
il Liberatore
 
     
se discendere potesse dal Gianicolo alla bassuranon infamerebbe egli così quanti oggi in segreto o in palese lavorano a disarmare l'Italia
 
     
a svergognare la Patria
 
     
a ricacciarla nella condizione servilea rinchiodarla sulla sua croce
 
     
o a lasciarla agonizzare nel suo letto che talvolta ci parve una sepoltura senza coperchio ?
 
     
« C'è chi mette cinquantanni a morire nel suo lettoc'è chi mette cinquant anni a compire nel suo letto il suo disfacimento. È possibile che noi lasciamo imporre dagli stranieri di dentro e di fuori
 
     
dai nemici domestici o intrusi
 
     
è possibile che noi lasciamo imporre questo genere di morte ad una Nazione che ieri con un fremito di potenza sollevò sopra il suo mare il simula-
 
     
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