Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
 
  
  
  
  
 
     
LA FIAMMATA
 
     
« Ora qui vivono riboccanti d'animosfolgoranti ancora di battaglie
 
     
sono qui e bevono con noi il vino augurale che ci offre la Genova degli antichi consolila Genova erede della forza romana
 
     
erede del diritto romanodell'arte romana di aprire le vie nuove per il vasto mondo; bevono con noi
 
     
cogli inviati delle città illustridelle città fedeli
 
     
questo vino mistico del nostro patto nazionale.
 
     
« Essi dormono nei campi di grano laggiù dopo la vittoria e sembra che si siano risvegliati in questa alta coperta di rugiada; sembra che ridestirespirino tutti il vento della vittoria. Quali mani se non le loro
 
     
o nobili ospitisono degne di sollevare quel sacro catino
 
     
quella tazza di saluteche fu celebrata nella canzone del sangue? Finche su Atene rimase vivo uno dei combattenti di Maratona gli ateniesi si credettero signori dell'alta loro sorte. All'Italia nuova
 
     
dei Mille più di cento rimangono e la sorte d'Italia è oggi nel pugno d'Italia : secondo .il poeta profetico del Duce
 
     
i Mille sono per moltiplicarsi mille volte; non li udiamo già muovere in marcia col medesimo ritmo?
 
     
« L'unità sublime si forma e Roma riprende il suo nome occulto : Amor. A Roma
 
     
ad Amor io bevobevo a Genova che ha perpetuata una volontà di ascensione non soltanto nei suoi spiriti ma in tutte le sue pietre; bevo alle città sorelle e giurate; bevo alle città martiri dell'altra riva.
 
     
« Ed a voigloriosissimi veterani
 
     
che ci ringiovanite "> insegnandocisu questa mensa
 
     
come di pensiero antiveggente e di fede confessata si componga la ebrezza a calmala vittoria antica alla nuova Italia!
 
     
« Viva l'Italia eterna! »
 
     
All'indomani vi fu a Genova un'altra cerimonia : l'omaggio italico a Gabriele d'Annunzio
 
     
consistente nell'offerta del calco del Leone di San Marco
 
     
murato nel Palazzo Giustiniani
 
     
donato dai triestini ai genovesi in segno di fratellanza.
 
     
E il poeta pronunciò il discorso seguente :
 
     
« Brevi parole dirò
 
     
tanto è qui l'eloquenza delle me-
 
     
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