Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio
 
  
  
  
  
 
     
LA FIAMMATAsta prodigiosa avventura e gettava un pugno di eroi contro l'esercito dei Borboni
 
     
egli non disponevaper la esecuzione del suo progetto
 
     
che di un migliaio di uomini poco armatie di pochi denari. Non per questo la Sicilia e il sud della penisola non furono in breve tempo riuniti al regno d'Italia.
 
     
« Oggi le richieste italiane contro la corona degli Absburgo si appoggiano sopra un milione e mezzo di baionettee sopra un esercito magnificamente allenato ed equipaggiato. Non si tratta più di filibustieri
 
     
come si diceva a Napoli mezzo secolo fa! e i patrioti dell'epopea dei Mille dispongono di corpi di armata pronti ad entrare in guerra al minimo segnale.
 
     
« L'entrata in azione di queste truppe non farebbe di esse soltanto i liberatori delle Provincie irredentema i soldati del Diritto
 
     
i rivendicatori della causa della giustizia e della libertà. »
 
     
Il Journal des Débats scriveva a sua volta : « La nostra calma e la nostra pazienza riposano sulla nostra fede nella forza e sulla fiducia che i popoli ancora neutrii cui interessi sono in giuoco
 
     
saranno fatalmente spintimalgrado le esitazioni dei governi
 
     
verso il compimento dei loro destini. In questi paesi tutti gli uomini chiaroveggentinon infeudati al germanesimo
 
     
si rendono conto ohe questa primavera segnerà l'ultimo termine delle tergiversazioni. Quali che siano gli avvenimenti militaribisogna decidersi. Se gli avvenimenti di guerra saranno favorevoli agli alleati
 
     
tutto invita a profittarne; se non lo fosseroci sarebbe urgenza a mettere in linea tutte le forze disponibili per prevenire un nuovo ritardo alla soluzione finale.
 
     
« Tutto fa prevedere che ora la Germania vuol asservire in un modo o nell'altro l'Austria tedesca e che questa non vi si opporrà. La realizzazione di questa e-ventualità costituirebbe il pericolo più minaccioso per l'Europa civileper l'Italia e per la Rumenia in particolare.
 
     
« Per l'Italia
 
     
sarebbe finito il predominio strategico sull'Adriatico; quanto alla Rumenia
 
     
essa tornerebbe allo stato di dipendenza in cui si trovava prima della me-
  
  
  
  
  
 
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