Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      Bismarck aveva detto che, nel caso d'una guerra, s'accontentava di avere dall'Italia alleata questo modestissimo concorso : l'invio di tre uomini e d'un trombettiere alla frontiera francese. Voleva significare con questa frase che il contributo italiano alla eventuale guerra tedesca contro la Francia aveva un alto valore, anche per il solo fatto che la minaccia dell'Italia tenesse legata al confine franco-italiano una parte dell'esercito della Repubblica.
      Nel 1914, allo scoppio della grande guerra, la previsione di Bismarck fu sconfessata dalla realtà. Oltre ai disinganni determinati dalla resistenza belga e dall'intervento inglese, la Germania ebbe la suprema delusione della neutralità italiana. E il fatto dell'Italia neutrale significava precisamente la possibilità per la Francia di sguarnire la sua frontiera verso il nostro paese, concentrando tutte le sue forze contro l'invasore.
      La portata politica, oltre che strategica, della nostra neutralità nei riguardi della Germania era troppo grave, perchè il governo tedesco non cercasse d'indurre l'Italia ad altro consiglio. Nei pr mi tempi prevalse a Berlino il concetto che non fosse perduta ogni speranza di vedere ancora effettuarsi l'intervento italiano al fianco degli Imperi alleati : e a questo intento mirò un'azione diplomatica misteriosa, ma certamente molto intensa.
      Tuttavia le chiare manifestazioni dell'opinione dominante in Italia non tardarono a far intendere a Berlino come fosse infondata quell'illusione. Non soltanto : ma non mancarono fino da quei primi giorni gli indizi rivelatori della possibilità di veder scendere in guerra l'Italia contro gli alleati di ieri, per il compimento delle sue aspiraz'oni nazionali, e peT l'affermazione dei suoi
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 10. La calata dei prosseneti (Gli inviati straordinari)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 181

   

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