Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      UN POPOLO SFIDATO[esposizione, cui, fra l'altro, l'ingenuità di un grande giornale d'Italia si è prestata, dello schema del famoso proiettile del mortaio da 420.
      Ad essa si son dovute tutte le offerte, che alle redazioni di vari giornali furono fatte quotidianamente da tedeschi, di notizie ricevute da « telegrammi privati », telegrammi che invece erano fabbricati sapientemente da apposite agenzie. Ad essa la diffusione immensa, fra famiglie private, fra impiegati, fra professori, di giornali tedeschi, di fogli di propaganda germanica, di opuscoli, pubblicazioni, et similìa.
      Come vi è stata in Italia fin dall'inizio della guerra una organizzazione tedesca d'informazioni e di rifornimenti, vi è stata pure un'organizzazione per dirigere la nostra pubblica opinione, per perorare la causa della Germania, per magnificarne le virtù e le vittorie, e al contempo per impugnare la veridicità delle notizie di fonte francese, o inglese, o russa. In questo senso è stata condotta una campagna in grande, il cui verbo veniva bandito da mille comitati aventi sede in Germania : cioè da centri che ricevevano solamente i comunicati dello Stato Maggiore tedesco e non potevano neppure aver visione dei giornali e dei bollettini dell'altra parte! E, in Germania tuttavia la chiamavano la « campagna per la verità... »
      D'altra parte il nostro persistente atteggiamento neutrale, la nostra continuata remissività verso gli Imperi centrali, ci fruttavano le diffidenze della Triplice Intesa.
      « Il linguaggio della stampa russa — scriveva il Popolo d'Italia — è pieno di chiari mòniti significativi diretti alle Potenze neutrali e in particolar modo all'Italia. Siamo ben lontani dai giorni in cui i russi ci colmavano di cortesie. Nell'ottobre, lo Czar offriva all'Italia i prigionieri delle provincie irredente, e l'offerta, che non fu apprezzata dal punto di vista morale, nè da quello politico, fu « gentilmente » declinata con dei pretesti più o meno giuridici o diplomatici, ma in realtà per non « urtare » la suscettibilità austrìaca.
      « Dopo Leopoli, i russi erano deferenti verso di noi,
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 6. Un popolo sfidato (Le provocazioni austriache)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 187

   

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