Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      UN POPOLO SFIDATOremo 1' « alt! ». I giovani non risposero e si gettarono in a jy, a, sperando di poter toccare, col favore dell'oscurità, illesi, la riva italiana. iMa, appena si mossero, furono fatti segno ad una violentissima scarica di fucileria. Due dei disgraziati furono raggiunti dai proiettili; uno di essi, poco dopo, per le ferite riportate, spirò, e l'altro rimase al suolo gravemente ferito ad una gamba. Gli altri, più fortunati, toccarono il suolo italiano e si allontanarono rapidamente. Il ferito fu dai gendarmi stessi soccorso e trasportato in paese. Esso sarà sottoposto al giudizio del Consiglio di guerra.
      Ma non basta. Una seconda tragedia si deve lamentare : un povero padre di famiglia di un paese vicino a Cormons, richiamato sotto le armi, e che avrebbe dovuto, tra qualche giorno, abbandonare la moglie e i figli per combattere sotto la bandiera non sua, fu preso da una crisi di sconforto così terribile da risolversi a togliersi volontariamente la vita con un colpo di rivoltella alla testa.
      E veniamo al terzo. Un contadino di Villes, presso Gradisca, richiamato fra i primi per la leva in massa, alcune settimane fa scrisse, dopo lungo silenzio, alla moglie, mandando notizie dal campo. Nella lettera il povero uomo esprimeva, con la ingenua schiettezza dei semplici, i suoi tormenti e le sue speranze, e concludeva che pur di ritornare una volta, quando che fosse, a casa sua a lavorare per i suoi figli, avrebbe preferito, piuttosto che rimanere ucciso dal nemico con il quale non aveva nessuna ragione di combattere, di essere fatto prigioniero dai russi.
      La lettera giunse a destinazione senza apparente menomazione; ma dopo quattro giorni, la donna ricevette dai gendarmi la notizia che suo marito era stato fucilato per ordine del comando. Pazza dal dolore, essa corse a Gradisca dal capitano distrettuale, sperando di ottenere una smentita alla orribile notizia; ma quivi, con ributtante cinismo, le fu detto che avendo suo marito espresso dei sentimenti contrari alla disciplina militare, la commissione di censura residente a Trieste lo aveva denunziato al comando del corpo di operazione
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 6. Un popolo sfidato (Le provocazioni austriache)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 187

   

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