Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      UN POPOLO SFIDATOtenendosi sufficientemente protetti dalla loro nazionalità. Ma s'ingannarono.
      L'Austria, assuefatta a calpestare ogni riguardo diplomatico ed ogni buona norma internazionale, volle dare un'altra prova della sua cecità e dell'odio che covava contro l'Italia. Fu così, che quando l'esercito del generale Potiorek, battuto e sbaragliato, si ritrasse in tutta fretta di qua della frontiera bosniaca, furono catturati e trattenuti come ostaggi, insieme con le più spiccate notabilità serbe, quattro operai italiani. Essi protestarono energicamente contro questo atto arbitrario, dichiarando la loro nazionalità. Ma le autorità austriache non modificarono in nulla i loro propositi.
      Giunta a Roma la notizia, il governo fece tosto passi energici a Vienna, reclamando la liberazione degli arrestati.
      Si venne poi a sapere che i quattro italiani, in seguito ai passi fatti a Vienna dal nostro Ambasciatore, e-rano stati dichiarati liberi, ma trattenuti in quarantena nel campo di concentrazione di Bogdo Gasszoni, essendovi in quel distretto una forte epidemia di tifo.
      Poi, da informazioni di fonte ufficiale, risultò che tutti e quattro gli italiani, dopo una settimana di quarantena, erano stati colpiti dal fierissimo morbo, e versavano in condizioni gravissime. 11 dilagare dell'epidemia di tifo, che aveva invaso non soltanto l'Ungheria meridionale, ma anche molti distretti serbi, era dovuta sopratutto alla deficienza dei lazzaretti e al pessimo funzionamento degli organi sanitari militari e civili. Così i quattro cittadini italiani dovevano pagare con sofferenze e col pericolo della vita, se non addirittura con la vita, la violenza perpetrata contro di loro dalle autorità militari austriache.
      Un giorno si lesse sui giornali italiani questa notizia :
      « L'amministrazione di Bordighera ha deciso di rassegnare le dimissioni in segno di protesta per l'arbitrario arresto dei due concittadini fatti prigionieri dalle autorità austriache a Nagy-Berezna, e ciò anche per declina-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 6. Un popolo sfidato (Le provocazioni austriache)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 187

   

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