Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      LA GRANDE GUERRA D'ITALIAcompie quasi per un istinto tragico. iVIa la Germania sapeva ciò che l'intervento turco significava per l'Italia. Sapeva contro quali interessi italiani avrebbe urtato, quali necessità italiane avrebbe minacciate e sconvolte, quali danni e come incalcolabili avrebbe prodotti all'Italia.
      « La nostra diplomazia, se non ci hanno ingannato, aveva essa stessa prospettato a Berlino il quadro di questi danni e di questi pericoli. La sua parola non è stata ascoltata. Le sue raccomandazioni non sono state seguite... »
      È vero che la stampa austro-tedesca s'affrettò a rassicurare l'Italia sulle possibili ripercussioni della « guerra santa » in Libia, affermando che la limitazione della guerra esplicitamente stabilita dal Califfo, assicurava la incolumità delle nostre colonie africane. Interviste di ministri turchi e di banditi arabi assicuravano che i mussulmani, insorgendo contro il dominio cristiano, avrebbero avuto pietà di noi e avrebbero risparmiato i nostri possessi. Questo doveva bastare per le nostre preoccupazioni patriottiche e per il nostro orgoglio nazionale.
      Dopo la smentita sanguinosa che le aggressioni beduine contro le nostre carovane ebbero dato a quelle rosee speranze, venne la cinica confessione d'un giornale viennese a confermare le diffidenze legittime della parte meno credula degli italiani.
      Infatti la Zeit, registrando i fasti dei ribelli in Libia, chiudeva con queste eloquentissime parole : « Si può dunque prevedere che l'Italia nei prossimi mesi non potrà considerare le sue colonie del Nord-Africa come e-lementi atti a promuovere una politica di grandi iniziative in Europa ».
      Era chiaro. « Questo significa — osservava l'Idea Nazionale — che gli austro-tedeschi contano su questi impedimenti libici contro l'intervento dell'Italia nella conflagrazione europea. Significa che la guerra santa è stata proclamata in seguito a loro istigazione anche per suscitare all'Italia imbarazzi africani che le impedissero di muoversi contro l'Austria. Il jetoa turco è stato quin-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 6. Un popolo sfidato (Le provocazioni austriache)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 187

   

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