Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      UN POPOLO SFIDATOveva poi trovare occupazione quale generalissimo contro l'Italia.
      Altre notizie arrivavano e recavano questi partico-
      lari :
      « I lavori continuano, e dal deposito militare di Tor-revanga escono senza posa i reticolati, con i quali si è trasformato il Trentino in una specie di formidabile gabbia, che ai contadini si dice sia fatta per... chiuderci dentro i prigionieri di guerra.
      « Continuano con ininterrotto scoppio di mine a ba-listite i lavori delle strade, specialmente sulla Maran-za, dalla Marzola a Chegul, come pure da Ravina a Bottone. 1 tre mortai da 305, ritornati dalla Francia, furono spediti al forte di Martignana. Sul Calizio sono ora ben 1 19 cannoni puntati parte verso la città e parte verso la Valsugana e la Valcembra.
      « Persona proveniente dal Trentino, assicura che se tutte le mine che sono state collocate si facessero esplodere, si vedrebbero rovinare parecchie pareti della montagna.
      « Minati sono tutti i monti che fanno corona a Trento, a sud di questa città; minati sono il Mattarello, Cadine e tutti i passaggi dei boschi, e minati sono altri monti.
      « Infine, minati sono pure tutti i ponti sul Ledro coi paesi che attraverso le valli della Locarina giungono al piano della Fugazza. »
      Un commerciante reduce dal Trentino dava queste informazioni raccolte dal Messaggero :
      « Il Tirolo meridionale e il Trentino sono il teatro di una vera devastazione. L'organizzazione strategica, cominciata da qualche tempo, non aveva, fino a poco fa, che l'aspetto di una precauzione; ma da una decina di giorni a questa parte, la dinamite fa strage in tutti quei paesi di frontiera; dalla Sugana fino al lago di Garda, gli ingegneri militari fanno saltare con la dinamite tutti gli edifici che potrebbero impedire od ostacolare il tiro delle artiglierie.
      « A Rovereto si è fatta evacuare tutta la parte o-
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 6. Un popolo sfidato (Le provocazioni austriache)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 187

   

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