Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      UN POPOLO SFIDATOpaese, lieto ohe una perfetta collateralità di interessi gli permettesse di aiutare la nascente Albania e di collaborare alla espansione italiana laggiù.
      « Membro della Commissione internazionale per la delimitazione dei confini meridionali — il capitano Castoldi aveva già esposto parecchie volte la vita, per il suo smisurato amore di verità e di giustizia, affrontando l'odio dei greci e dei briganti macedoni, per stabilire l'assegnazione all'Albania di territorj che, etnicamente e storicamente, le spettavano. Tutto dunque concordava per fare di lui uno dei migliori elementi — forse il migliore di tutti — su cui potesse contare per lealtà, per devozione, per competenza, il Principe di Wied.
      « E già in alcune prime questioni di dettaglio, in alcune inverosimili gafjes commesse dal Principe, e che
      10 rendevano ridicolo, il capitano Castoldi aveva espresso il suo avviso, con quella cortese e corretta, ma ferma e spietata sincerità, che è del suo carattere.
      « Venne la questione dell'Epiro. Greci e battaglioni sacri avanzavano vittoriosi dal sud verso Vallona, rioccupando i territorj già abbandonati, spezzando le frontiere assegnate dall'Europa al giovane regno. Mentre
      11 Governo di Durazzo organizzava quelle memorabili spedizioni militari, che consistettero nel ripetuto invio in Epiro di contingenti di forze che oscillavano fra i quattordici e i ventisei uomini, mentre Guglielmo di Wied annunciava — emulo di Tartarino — la sua intenzione di partire alla testa dell'....esercito, il capitano Castoldi, che della questione epirota conosceva tutti i lati, espresse risolutamente, e più volte, il suo avviso. — Dispiac" que questo al principe? Non credo che egli avesse la possibilità di capirlo.
      « Ma dispiacque certo — come ogni atto in cui Castoldi mostrava d'esser qualcuno — al piccolo console Burgberger, che l'Austria aveva messo lì per sorvegliare il principe e tener d'occhio Castoldi.
      « E la piccola politica austriaca, fatta di sussurri, di reticenze, di congiure, di malignità, di insinuazioni, trovò facilmente la via del cuore teutonico di Gugliemo di Wied : Castoldi non fu congedato, perchè il principe
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 6. Un popolo sfidato (Le provocazioni austriache)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 187

   

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