Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      UN POPOLO SFIDATOnesi cagionarono la distruzione di barche italiane da pesca e la morte di numerosi nostri connazionali.
      Le indagini fatte dalle nostre autorità confermarono in modo indiscutibile, sia che le mine erano di fabbricazione e di provenienza austriaca, sia che presentavano difetti di costruzione e di ormeggio tali da costituire una vera e propria infrazione alle norme della convenzione dell'Aj a.
      Risultava dunque che l'Austria aveva agito senza tener conto non soltanto dei diritti dei neutri, ma di quelle norme internazionali che limitano la libertà di uno Stato in guerra, fra Stati che alla guerra non partecipano.
      Il Giornale d'Italia pubblicò un'intervista con una personalità, che dal modo com'era designata si poteva arguire fosse l'ammiraglio Canevaro. L'intervistato, che secondo il giornale aveva occupato un posto cospicuo nella marina e nella politica estera, fece da ambedue i punti di vista interessanti dichiarazioni.
      Come uomo di mare, disse che l'impiego delle mine nella guerra marittima fu ammesso, dopo una laboriosa discussione ali'Aja, come una necessità dolorosa, e si è tentato di disciplinarlo mediante cautele che garantissero gli interessi dei neutrali. Si trattava di impegnare i belligeranti a munire le mine di congegni che le rendessero innocue in breve tempo nel caso in cui un belligerante le avesse gettate in mare durante un combattimento, ovvero nel caso in cui fossero state strappate dagli ormeggi. Ma poiché da parte tedesca e da parte austriaca si asseriva di avere nei depositi una grande quantità di questo materiale che non si prestava alla richiesta modificazione, non fu possibile ottenere che i contendenti accettassero un termine per la trasformazione del loro materiale in conformità ai « desiderata » espressi in seno alla Conferenza.
      Tuttavia, al disopra delle disposizioni letterali che può dare un articolo di regolamento, stanno le ragioni dell'umanità, della giustizia e del buon senso. Così un'azione militare, per quanto crudele nei suoi effetti,
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 6. Un popolo sfidato (Le provocazioni austriache)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 187

   

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