Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      L'ITALIA INCATENATAte sembrare un incitamento a boicottare gli slavi. Non è nemmeno il caso di dire che vi sono due pesi e due misure : vi è un peso solo, schiacciante, una misura sola, che trabocca.
      Uomini, giornali, associazioni : tutti minacciati costantemente dallo stesso pericolo di feroci persecuzioni giudiziarie. L'accusa di « attentare al nesso dell'Impero » sorge grave di conseguenze per minimi fatti o per vaghe parole. L'alto tradimento può esser scorto in una passeggiata sportiva. La lesa maestà viene rintracciata nel modo di attaccare un francobollo.
      Il capitolo « proibizioni » è infinito. Molte sono bizzarre, e Barzini le ricorda : a Parenzo si è proibita la cinematografia della battaglia delle Due Palme. A Po-la si è proibita la cinematografia degli ascari a Roma. Si sono proibite a Pola le rappresentazioni di un circo e-questre italiano. L'Emani è un'opera interdetta. E non è la sola. Anche le rappresentazioni del Nabucco, dei Lombardi, dell' Attila, sono proibite.
      E poiché si è scoperto che dei cittadini in casa loro osavano ascoltare al fonografo questa musica troppo i-taliana, — e Dio sa con quale struggente emozione, — la polizia fa un sequestro generale, presso un grande magazzino fonografico di Trieste, di tutti i dischi criminali. La condotta dei fonografi è sorvegliata.
      Un bimbo di cinque anni, a casa sua, in Trieste, mise in moto un fonografo che suonò l'inno di Garibaldi; e la polizia arrestò, e la giustizia processò il padre del bambino, un italiano del regno. L'Ambasciata italiana, che credette ad un equivoco, chiese amichevoli spiegazioni e il Governo austriaco confermò freddamente il fatto.
      È stato precisamente sotto alla luogotenenza del principe Hohenlohe che, come se fosse sorta una imperiosa e nuova urgenza di slavizzare ad ogni costo quelle terre, tenacemente, ardentemente, disperatamente italiane, ogni indugio fu rotto, e la violenza contro l'italianità portata su tutti i campi, apertamente, senza tregua, senza pudori, col programma mostruoso, chiaramente e-spresso a Vienna, di « far sparire l'elemento italiano »
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 2. L'Italia incatenata (33 anni di Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 208

   

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