Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      L'ITALIA INCATENATAdirigenti a provvedere affinchè auesto equilibrio non fosse turbato a danno dell'Austria-Ungheria.
      E questo non si fece soltanto per le unità maggiori. Bastava che la nostra marina venisse accresciuta anche solo di un piccolo incrociatore, perchè si riaccendessero le polemiche della stampa viennese e perchè in Austria si riprendesse a strillare e a protestare contro il pericolo di un predominio navale dell'Italia.
      La Lega Navale Austriaca è un'istituzione poco meno che ufficiale : tanto è vero ch'era presieduta dall'Arciduca Francesco Ferdinando, l'erede del trono che fu ucciso a Serajevo. Ebbene, la Lega Navale Austriaca non ha mai lasciato intentato alcun mezzo di propaganda, per far sì che l'Austria avesse una marina da guerra superiore e possibilmente doppia di quella italiana. Opinione del morto arciduca, — nostro acerrimo nemico, che sognava di ridare Roma al papa e riconquistare il Lombardo-Veneto. — era quella che assolutamente occorreva all'Austria una flotta tale da avere in caso di guerra sicuramente l'incontrastato dominio dell'Adriatico.
      Quel dominio, del resto, le era grandemente facilitato dalla configurazione delle sue coste, di tanto più favorevoli ad ogni fine militare che non siano le nostre.
      Noi, su tutto l'Adriatico, non abbiamo altri porti militari che Venezia, Ancona e Brindisi; e nessuno dei tre risponde alle esigenze d'una grande piazza marittima. La nostra flotta deve muovere alle difese da Taranto, base lontana, con la quale è impossibile mantenere stretto co.legamento; l'Austria invece ha basi d'operazione fortissime a Pola, a Cattaro, a Sebenico : e pronti e sicuri rifugi nei capaci porti e nei numerosi ancoraggi delle coste continentali e insulari dell'Istria, della Croazia e della Dalmazia. Una costa come quella che abbiamo sull'Adriatico, si difende efficacemente soltanto con la flotta; e il nemico ha modo di prevenire l'accorrere della nostra, e comunque di esserne sempre tempestivamente edotto, e di renderlo malagevole e pericoloso con gli agguati dei quali le sue innumerevoli insenature e i suoi arcipelaghi gli offrono facile opportunità.
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 2. L'Italia incatenata (33 anni di Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 208

   

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