Storia della Grande Guerra d'Italia di Isidoro Reggio

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      L'ITALIA INCATENATAlia, se fossero tali che la mia coscienza potesse accettarli.
      « E trovai quello che io desiderava : trovai un trattato di difesa e non di offesa; non una sillaba, o signori, che Un uomo di cuore vi possa condannare.
      « Noi siamo stati, fin dai nostri primissimi anni, i difensori ed i sostenitori della indipendenza della patria nostra, non solo, ma ci è stato sempre a cuore di difendere 1' indipendenza e l'autonomia di tutti i popoli. Quindi, prima di prendere parte al Gabinetto Depretis, volli sapere se in quel trattato fosse qualche articolo che potesse ferire questi princìpi; e ripeto che non ve ne trovai alcuno. Così io accettai di far parte del Gabinetto.
      « Aveva ragione l'on. Marselli : non è il trattato di alleanza quello che ci spinge agli armamenti. I dodici corpi d'esercito erano stati imposti nel marzo 1882 dalla Camera al generale Ferrerò. Le fortificazioni fanno parte di un piano di difésa che fin dal 1861 una Commissione speciale aveva studiato. Ammessi i dodici corpi di esercito e ritenute necessarie le fortificazioni, perchè il paese è aperto e alle Alpi e su i due mari, era anche necessario di pensare alle armi, e questo è stato il compito del Ministero che ho l'onore di presiedere. Ma tutto ciò, lo ripeto, non mai allo scopo di nuocere agli altri, bensì nel fermo intendimento di difendere i nostri diritti e le nostre frontiere e non permettere che il nemico, da qualunque parte venga, possa violare la terra italiana!... »
      Nel suo scritto del 1900 egli traccia la linea incerta seguita dall'Italia nella sua politica internazionale : e la segna con tocco sicuro.
      « Raggiunta l'unità — egli dice — è mancato all'Italia un logico e sicuro programma di politica estera. Parve prudenza, parve abilità somma non adottarne alcuno — e però, quando insorsero la Bosnia e l'Erzegovina, il nostro paese si trovò isolato ed inerme; indifferente, quando scoppiò la guerra fra Russia e Turchia. Non fu d'altri che nostra la colpa, pertanto, quando il giorno della soluzione rimanemmo esclusi da qualunque combinazione. Dal congresso di Berlino la
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Storia della Grande Guerra d'Italia
Volume 2. L'Italia incatenata (33 anni di Triplice Alleanza)
di Isidoro Reggio
Istituto Editoriale Italiano
pagine 208

   

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