La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      'P.'X. la 10 O. S. e quattro motoscafi armati, quattro M. A. S. costituenti la scorta della formazione. Umberto Cagni aveva alzato l'insegna ammiraglia sulla torpediniera 64 P. X. Sulla 4 P. X. era imbarcato il capitano di vascello Alessandro Ciano, designato a portare all'ammiraglio Kocli, comandante in capo della '/lotta della piazza di Pola, l'ingiunzione di lasciare oc «•tipare dalle forze italiane la città, il porto e le fortificazioni. Xon senza un grande destino la 4 P- X. ebbe questo onore; infatti il fumaiolo poppiero della nave reca incisa una targa nella quale si legge: "In memoria del capitano JNazario Sauro di Capo d'Istria — imbarcato su questa silurante — dal 9 gennaio al 29 luglio 191G — fatto prigioniero il 31 luglio — subì eroicamente il martirio a Pola — il 1!) agosto 1916.''
      -Oltrepassati gli sbarramenti e il canale di Fasana. ancora insidiosissimo per mine, la 4 P. X. accosta con sicurezza verso la frattura della diga rettilinea, che serviva alla Marina austriaca per fare entrare ed uscire le piccole imbarcazioni, senza smuovere le pesanti molteplici complicate barriere metalliche. La prora della torpediniera infila l'angusta apertura, guardata da guardaporte croati, che salutano. La torpediniera schiva gli ostacoli della Vìrìbus Unitis affondata, s'inoltra tra Scoglio degli Ulivi e l'isoletta verdeggiante di S. Andrea, s'arresta in faccia alle banchine del porto militare. Ad un tratto, sulla riva, si ode un'esplosione d'applausi. La gente corre d'ogni parte e si affolla dietro le stecconate che dividono l'arsenale militare dal resto della città. Sono gli operai italiani, vecchi italiani, le donne e i bambini italiani che si affollano attorno ad Alessandro Ciano e a Sem Benelli, e li stringono in una calca vibrante e commovente, mentre i più vicini baciano loro le mani e li salutano, con le lacrime agli occhi.
      E ciò in quella fortezza arsenale inespugnabile nella quale ogni italiano sospetto d'italianità, ogni lavoratore sospetto di spionaggio, ogni arsenalotto 11011 devoto alla potenza della Monarchia, ogni cittadino non notoriamente fedele, era internato 0 chiuso in carcere o martoriato perchè nessuno potesse recar danno alla flotta dell'Impero. Con tuttociò la gran fiamma, per quanto rintuzzata dalla forza, non era spenta. L'ammiraglio Eoch dovette udire dalle sue finestre, la veemènza dell'esplosione d'italianità dei cittadini quando
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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