La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      aveva fatto che fissare gli aspetti della lotta furibonda.
      I cadaveri lasciati sul terreno spiegavano come il nemico aveva potuto tener per otto giorni le posizioni: la sua permanenza esso l'ha pagata col prezzo di una strage. Fra groppa e groppa del Montello si distendono frequenti spiazzi, si aprono conche già erbose, si profilano spallette di valli, dove il metodico colpeggiare delle nostre batterie aveva bucherellato la terra metro per metro. I reparti nemici, che erano in quelle posizioni, furono letteralmente distrutti, non si trovarono più corpi, ma soltanto brani orribili di membra umane.
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      Dopo questa meravigliosa battaglia degni di speciale- rilievo sono i particolari delle altre gloriose giornate del 29 e 30 giugno nelle (piali con epici assalti i nostri e una compagnia di boemi ristabilirono integralmente la situazione quale era prima del grande attacco e del vano sforzo nemico.
      In quei giorni furono infatti riconquistati Monte di Valbella, Col del Eosso, e col d'Echele.
      Col del Eosso e Cima Echele coprono, insieme col Valbella, la strada che dal bordo occidentale della Val Frenzela attraversa l'abitato di Sasso ed entra in Valle Chiana. Affacciandosi da una qualunque di queste vette, il nemico poteva osservare i movimenti dei nostri a percorso obbligato per l'alimentazione del settore e disturbarli con tiri indiretti di medi e grossi calibri dalla Valle dei Eonchi, dietro le Portecche, e dal pianoro di Foza. Nel pomeriggio del 29, i reparti del 13.o Corpo d'Armata, che avevano fiancheggiato alla destra gli assalitori del Valbella giunti alla testata di Val Melago, erano costretti a sostare a causa dei folti nidi di mitragliatrici che il nemico a-veva disseminati entro la boscaglia, spiegantesi sulla falda meridionale di Col del Bosso e nella insellatura compresa fra questa altura e il Valbella. A difesa di Col del Eosso vi erano gli "Edelweiss" della 3.a divisione, i cacciatori invincibili dell'imperatore Carlo, i germani più solidi delle province austriache la cui fama era data anche dallo spirito di attaccamento che li animava verso la dinastia degli Asburgo. All'alba del giorno 30 le artiglierie del settore si dividevano il compito della giornata. Mentre una parte di esse proteggeva i reparti che avevano potuto saldamente af '
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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