La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      tenere il massimo rendimento dalle molteplici puntate, le quali riuscirono tanto più felicemente in quanto era già in corso l'azione controffensiva a complemento di quella felicemente effettuata nei giorni 20 e 21 e che era intesa a ridarci il possesso delle nostre linee con una serie regolare di attacchi. Siccome anche da altre parti affluivano notizie di rallentata resistenza, tutte le forze furono gettate all'attacco decisivo, pur sapendo che il nemico aveva ancora disponibili sulla riva destra numerosi reparti bene agguerriti e decisi a difendere strenuamente il terreno. Il Comando italiano decise immediatamente di non consentire al nemico il comodo passaggio del fiume, bensì di obbligarlo a rimanere in forze e ad accettare la battaglia sul terreno da cui voleva disimpegnarsi. 11 lavoro delle artiglierie si accanì sui traghetti per tagliare tutte le vie della ritirata.
      Azioni accanite erano ancora in pieno sviluppo. Il rastrellamento delle sponde fu fatto con crescenti difficoltà, con maggiore lentezza, procedendo verso sud.
      Anche a Fossalta, a Musile, a Croce, la lotta incontrava una resistenza accanita per la difesa laterale della testa di ponte. Sovra tutto drammatica era la disperata resistenza dei resti della brigata di Schut-zen, che aveva subito una decimazione sanguinosa alla sera del 20 durante gli eroici contrattacchi delle brigate Bisagno e Sassari, e del nono battaglione ciclisti, che avevano respinto cinque assalti violentissimi e vani del nemico. Il generale brigadiere von Kron-stadt, che aveva avuto ordine di conquistare a qualunque prezzo il Losson per far arretrare la linea nostra fino allo sbarramento di Meolo, dopo il sanguinoso scacco si era ucciso, lasciando i residui dei suoi reggimenti al colonnello che dovette disporre la difesa della ritirata da Fossalta a Capo d'Argine.
      Le nostre truppe si slanciarono sulla ferrovia spezzando in breve tempo la larga ala destra della testa di ponte nemica catturando prigionieri e materiale, sorprendendo e sopraffacendo nuclei isolati di mitragliatrici ungheresi. Il nemico si ritirava in un primo tempo a Croce, dove organizzava una resistenza disperata.
      » * *
      Il caposaldo del Montello resisteva ancora la mattina del 23 giugno. Alle 5 le artiglierie della nostra
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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