La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      peto, è certo che fu un'offesa ad ogni sentimento umano la impiccagione avvenuta sulla pubblica piazza di 8. Stino di Livenza, di due soldati boemi, i quali cadaveri rimasero appesi alla forca per quattro ore e la esposizione, durata una decina di giorni, nel novembre 1017 a S. Michele al Tagliamento, frazione di S. Giorgio, del cadavere di un altro impiccato, certo seppi Angelo, soldato del nostro esercito, il quale non riuscito a ritirarsi in tempo, era rimasto nel suo paese, dove, durante il saccheggio della sua casa aveva lanciato due bombe a mano contro i depredatori uccidendone, credesi due, e fu poi preso, percosso brutalmente e, senza alcun procedimento, appeso ad un albero, dove, come si è detto, il miserando corpo rimase esposto lunghi giorni alla vista dei passanti finché un cittadino, per ribrezzo dell'orribile spettacolo, nou ebbe a tagliarne la corda. * * *
      Il relatore della commissione d'inchiesta alla fine della triste odissea fa notare con legittima soddisfazione che la popolazione rimasta nei comuni invasi oppose a tanta brutalità dignitosa fermezza. Pure megli animi meno sensibili le infamie nemiche accesero una fiamma di amor patrio, che sopravvive e certo sopravviverà durevolente alla liberazione: nei cuori più fervidi quel sentimento si avvivò sotto l'oppressione nemica : in taluni rifulse addirittura di luce eroica.
      Una donna forte e gentile, la signora Anita Gaspari-ni Dal Moro, il cui marito, già sindaco di Portogruaro, nei primi tempi dell'occupazione era stato internato a Katzenau per i suoi sentimenti d'italianità, priva di sue notizie dopo due mesi e mezzo dall'internamento, si reca un giorno al comando di tappa per pregare che le si ottenga qualche notizia di lui. Non le si dà a-scolto : esasperata per il contegno ironico del comandante, altra volta patito, e per l'insistente inumano rifiuto, veduta appesa ad una parete una bandiera austriaca, la strappa e calpesta. Fortuna volle che l'atto, che poteva costare assai caro alla signora, fosse compiuto alla sola presenza d'un capitano di Fiume, il quale per fingere di non averlo veduto, o, forse, per la vergogna di vestire quella divisa, si coperse la faccia con le mani.
      Il 23 agosto 1918, un sacerdote, che è capitano aviatore nel nostro esercito : Tarcisio Martina, partito da
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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