La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      appoggio alla documentazione della criminalità del l'invasore. In esso si legge fra l'altro che un giorno lo scrittore, avendo chiesto un rifornimento di biancheria per i suoi soldati, ebbe camicie e mutande da... donna, che facevano parte certamente del bottino strappato dalle case nella zona italiana occupata. I tedeschi furono maestri di rapina: l'ufficiale, essendo andato a presidiare un paese dove erano stati prima soldati germanici, lo trovò devastato e segnò nel suo diario: "Quelle canaglie di tedeschi hanno portato via tutto".
      E dopo aver visitato Udine, l'ufficiale scrive: "U-dine è bella, ma reca l'impronta della gentilezza tedesca : botteghe saccheggiate, finestre rotte, porte e vetrine infrante".
      In un altro punto l'ufficiale scrisse:
      E' domenica; sono entrato coi miei soldati nella chiesetta di.... in provincia di Udine, per ascoltare la messa. Abbiamo atteso invano; il sacerote ci ha fatto dire che il sacro rito non sarebbe stato celebrato : per gli austriaci egli non credeva, in coscienza, di poter dire la messa
      .
      Episodi simili non furono rari perchè il clero che da principio aveva assunto il contegno di neutralità benevola, dopo la constatazione di tante infamie parteggiò apertamente per la popolazione. Un pievano per esempio durante una funzione inseri' in un canto liturgico una strofa invocante la benedizione divina sul Sovrano e sulla fortuna d'Italia. I soldati austriaci presenti alla funzione si allontanarono sdegnati, ma non si osò punire il sacerdote.
      Il giornale ungherese Magyaros-Zag ricevette a quei tempi queste sintomatiche notizie dal suo corrispondente di Udine: Qui la popolazione odia gli eserciti delle potenze centrali. Nelle campagne i contadini tagliano le viti perchè non crescano per i soldati nemici. Se ne privano piuttosto che dividere domani il frutto con gl'invasori. La popolazione riceve dagli a-viatori istruzioni e conforto e cosi' aumenta il numero dei "martiri fanatici" che non sanno adattarsi alla loro sorte. La città è squallida, l'illuminazione è proibita. In una scuola il giornalista ungherese vide una maestrina pallida. "Essa lamentava che i suoi fanciulli non hanno da mangiare e che la mortalità infantile è grande."
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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