La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919 di Paolo Pallavicini

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      preparata nei suoi minuti particolari la spedizione con esperimenti poco meuo pericolosi dell'azione stessa. La sera del 13, con mare battuto da forte vento e ricoperto di fitte tenebre, il convoglio italiano, diretto dal comandante G. B. Scapin, lasciava la propria base dirigendosi verso l'Istria. Di esso faceva parte una sezione di motoscafi armati, al comando del capitano di vascello Costanzo Ciano e del tenente di vascello Luigi Berardinelli.
      Era stabilito che giunto il convoglio a distanza ravvicinata, la silurante del capitano di corvetta Pellegrini, con a bordo il secondo capo torpediniere silu-rista Milani, di Lodi, il marinaio scelto Angelini ed il fuochista scelto Corrias, lasciata la sezione di appoggio, doveva da sola oltrepassare gli sbarramenti e procedere al compimento dell'azione. Segnali speciali erano convenuti per conoscere l'esito dell'impresa poiché era previsto che il comandante Pellegrini ed i suoi compagni non avrebbero potuto far ritorno; anzi essi avevano l'ordine di distruggere la loro imbarcazione e di gettarsi in acqua a missione compiuta.
      L'opera si è svolta precisamente come era stabilito. Alle 1,30 del giorno 14 le nostre navi giunsero in vista della costa istriana e subito il gruppo dei comandanti Pellegrini, Ciano e Berardinelli proseguì verso Po-la, finché, all'incirca sulla "congiungente" punta Pene-da-punta Compare, ad un miglio dalla diga,. riconosciuta l'ostruzione del "guarda porto" fra l'estremità della diga e punta Cristo, il comandante Pellegrini si separava dalla sua scorta dirigendosi verso l'isola S. Gerolamo. Erano le 2.18. Per lungo tempo il più grande silenzio e la quiete più assoluta regnarono sul mare e nell'interno del porto, salvo qualche intermittente accensione di riflettore. Alfine, dopo 58 minuti, alle 3.10, si avvertirono distintamente due cupe esplosioni, caratteristiche dei siluri, a breve intervallo l'u-na dall'altra, un colpo di cannone, un segnale d'allarme in direzione di punta Cristo, alcuni colpi di mitragliatrice e qualche detonazione di fucile e quindi un intenso fuoco (li artiglieria diretto verso l'interno del porto. Successivamente venivano posti in azione dal nemico numerosi proiettori tra i quali quelli di punta Cristo, punta Peneda sempre per illuminare soltanto l'interno del porto.
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La Guerra Italo-Austriaca 1915-1919
di Paolo Pallavicini
Società Libraria Italiana New York
1919 pagine 519

   

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